Il film si richiama assai lontanamente alla vicenda del cannibale Armin Meiwes che pubblicò un’inserzione su internet dove cercava qualcuno disposto a farsi uccidere e mangiare, tanto che il regista non ha nemmeno dovuto chiedere il permesso a Meiwes (attualmente in prigione con l’ergastolo) per girare il film. Il film sembra un documentario ma non lo è, quello che interessa al regista è dimostrare che le persone non diventano dei cannibili a caso, randomaticamente o solo per divertimento. Praunheim indaga nella vita del personaggio per scoprire cosa può essergli accaduto per portarlo ad un simile orribile gesto. Il film costringe lo spettatore a riflettere su molte cose e propone diverse possibili spiegazioni e livelli di lettura, partendo da una situazione dove Achim, appena divorziato, cerca di costruire una intensa relazione col suo nuovo amico Peter, anche attraverso giochi erotici sado-maso. Uno dei migliori film del regista, qui all’apice della sua maturità creativa.
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