Varie
CRITICA:
American comedies have spent the last few years exploring the idea of the man-child — physically mature, but mentally stuck somewhere between high school and adulthood. Now we meet his female counterpart, and it’s not a pretty sight. So much the better: Reteaming pop-savvy scribe Diablo Cody with “Juno” director Jason Reitman, “Young Adult” revels in breaking the rules of safe Hollywood storytelling, casting Charlize Theron as an emotionally stunted YA novelist with limited appeal and no tidy character arc. A B.O. gamble, the deliberately prickly pic courageously risks offending audiences to arrive at a truth beyond its genre’s normal grasp. (Variety)
“…Costruito sul gioco di contrasti, visivi e drammaturgici, Young Adult rappresenta un ottimo lavoro tecnico da parte di Reitman che con un montaggio frizzante ed una maniacale attenzione ai dettagli riesce a centrare il linguaggio giusto. La sua però è un’analisi che ad un certo punto perde il filo del discorso per andare a ripiegare su se stessa con inutili giri di parole, anche quando arriva l’inesorabile momento in cui bisogna tirare le somme ed andare al nocciolo della questione. Da applausi l’interpretazione di Charlize Theron, che tocca i massimi livelli mai raggiunti, indimenticabili i duetti (su tutti quello nel finale con la sorella di Matt) che prendono vita sullo schermo, ma alla fine la sensazione è quella di aver assistito ad un film che non ha mai osato fino in fondo e non ha mai superato la soglia del politicamente scorretto. Da due autori del livello di Reitman e Diablo Cody ci si aspettava qualcosina in più.” (Luciana Morelli, Movieplayer.it)
“… Jason Reitman porta sullo schermo la sceneggiatura accentuando il lato più adulto di Mavis, il suo essere irrisolta, chiusa in un limbo privo di responsabilità e ormai anestetizzata rispetto alla vita vera che gli scorre intorno. Ogni piccolo gesto significativo che la sceneggiatrice mette su carta, Reitman lo rende con la dovuta attenzione (nè troppa nè troppo poca). Ogni sfumatura del personaggio si trasforma in soluzioni di montaggio (geniali quelle che suggeriscono l’alcolismo saltando direttamente dalla serata al corpo di Mavis riverso sul letto), di fotografia (in tutto il film non c’è un colore caldo) e di recitazione. Il terzo polo, e la sintesi del film, è infatti Charlize Theron, misurata, acuta e matura nel declinare le mille sfumature dell’insoddisfazione della sua protagonista che, senza mai nominarla direttamente, porta costantemente sul volto l’assenza di sentimenti. È lei l’ultimo e determinante anello della catena di questa messa in scena finalizzata al massacro dei vincenti. Il suo oscillare tra pentimento e convinzione mostra come non ci siano dei veri migliori in Young adult. Non lo è la sua Mavis, non lo è il nerd cresciuto che gli fa da amico per l’occasione e non lo è la coppietta perfetta, che la giudica come farebbe un prete.
Nella realtà i vincenti non esistono, ci sono solo esseri umani che ne inseguono il mito e altri che vivono la propria vita.” (Gabriele Niola, Mymovies.it – voto 4/5)
Una commedia da guardare solo xchè la protagonista è Charlize Theron! Dedicato a tutti quelli che si credono dei vincenti!
Lei è la classica bella del liceo e tutti gli altri le girano attorno. Quando però torna dopo tanti anni in città crede di poter riportare la situazione ai tempi scolastici; ma presto si accorge che mentre gli “sfigati” si sono fatti una vita e sono tutti mediamente felici o comunque realizzati, lei con un divorzio fresco alle spalle e una carriera di scrittrice per ragazzi in fase di stallo è infelice e comunque la “nuova sfigata”. Il film è bello avvincente e con una bella trama. Attori bravi.
Quando la bellezza, quella luminosa di Charlize Theron, non basta a riconquistare un ruolo, quello di reginetta del college, e il cuore del proprio ex ormai sposato e padre di una bimba. Young Adult non è solo un genere narrativo, quello a cui si dedica la protagonista, ma è lei stessa, una donna irrisolta e inquieta, che non riesce a crescere a e liberarsi del passato (le magliette di Hello Kitty, le musicassette anni ’90) mentre il mondo esterno la invidia perché la crede fortunata. Bella e triste in questo caso la scena con la sorella di Matt (quello rimasto storpio dopo un’aggressione perché creduto gay): la ragazza dice di sognare la sua vita, durante le pause del suo lavoro. E’ un film da non perdere, ingiustamente passato inosservato.