Prodotto dal British Film Institute nell’ambito delle celebrazioni per il centenario del cinema, Nansheng nüxiang è un documento unico e appassionante, in cui i più noti registi e i protagonisti della scena cinematografica delle tre Cine (Repubblica Popolare Cinese, Taiwan, Hong Kong) si interrogano, a colloquio con lo stesso regista, su identità e genere. Accompagnati da una splendida raccolta di sequenze della storia del cinema cinese, Hou Hsiao-hsien, Tsai Ming-liang, Ang Lee, John Woo e Tsui Hark, solo per citare alcune delle figure-chiave intervistate da Stanley Kwan, raccontano di padri biologici e artistici, assenti e perduti, amati e combattuti. Tra tutti, l’indimenticabile Leslie Cheung che, con aperto narcisismo e la consapevolezza del suo fascino ancora ineguagliato, giunge a mettere in dubbio l’abilità femminile di sublimare il genere e portare sullo schermo la mascolinità. Le varianti con cui il cinema asiatico ha espresso i legami omoerotici e il gender crossing appaiono qui inscindibilmente legate alla storia e al mutamento vorticoso della società asiatica, in cui alla spinta verso la modernità fanno da contraltare i valori della cultura tradizionale e patriarcale. (Togay 2008)
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