Questo film, girato da Jarman in soli 12 giorni nel suo ultimo anno di vita, assomiglia più ad una rappresentazione teatrale-filosofica che a un film vero e proprio. Eppure è convincente, addirittura leggero e lievemente umoristico. E’ composto da una serie di “quadri” assai colorati ed essenziali, ognuno dei quali vuole trasmettere un’immagine della vita (come il senso di colpa che gli procurava la sua omosessualità) o del pensiero filosofico del protagonista. Il regista rimprovera a Wittgenstein di avere sacrificato per paura la sua vita sessuale, nonostante ricevesse diversi incoraggiamenti ad esprimerla pure dal suo ambiente accademico. Uno dei film più originali e convincenti di Jarman, ma solo per chi apprezza l’arte figurativa e immaginifica di questo regista.
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mi piacciono i film strani, ma questo strambo qui, con i suoi personaggi fatastici e i suoi colori accesi che si stagliano su uno sfondo scuro non mi è piaciuto per niente!