Isola di Sylt, pieno inverno, un paesaggio splendido ma desolato. Il giovane Jesús tenta di togliersi la vita sulla sterminata spiaggia lungo il Mare del Nord. È proprio in quel momento che lo sorprende Cem, un ragazzo della sua età. È la folgorante scena iniziale del film e di una storia di amicizia, amore, dipendenza. Jesús è debole, autodistruttivo, sempre senza un soldo, non crede in se stesso. Cem invece ha un lavoro che gli permette di essere autonomo, una famiglia che lo sostiene e un sogno nel cassetto, diventare paesaggista. Il rapporto tra i due vivrà di toni sempre più intimi e intensi, tra uno spinello e l’altro: la bulimia di Jesús è solo un sintomo del suo male di vivere, Cem cerca di proteggerlo, con dedizione e perseveranza. Un film che vive di paesaggi (anche dell’anima), di una fisicità candida, di sguardi, di gesti, di abbracci, di sfumature. Film d’esordio per il regista Tim Staffel presentato alla Berlinale di quest’anno, tratto da un suo romanzo. (Togay)
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Questo è il terzo film di una rassegna tedesca che ho guardato con interesse. Il film lascia a desiderare, ma forse bisogna guardare la cinematografia tedesca con un occhio speciale cercando di capire questo speciale tormento che hanno loro. A parte la curiosità culturale, non c’è molto altro che potrebbe spingere a vedere questo film.
Un bel film che trovate sul mio blog con sottotitoli in italiano ( insieme a piu di altri 200 titoli)