Vive l'amour

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Vive l'amour

Tre solitudini s’incrociano, si sfiorano e tentano di attraversarsi. Nella Taipei degli anni Novanta, la giovane May fa l’agente immobiliare e utilizza uno degli appartamenti sfitti per fugaci incontri sessuali con l’ambulante Ah-Rong. Il venditore di loculi Hsiao-Kang, omosessuale represso, dopo aver tentato inutilmente il suicidio, inizia a spiarli e si innamora di Ah-Rong.
Tristissima ricognizione sul dolore di solitudini inconciliabili minate da rapporti desolatamente vuolti (il titolo è ironico) ha un suo fascino alla Antonioni dettato da un ritmo lentissimo, contemplativo ma estremamente rigoroso. Celebre l’estenuante pian(t)o sequenza finale con la protagonista disperata che non riesce a frenare le lacrime. Leone d’Oro a Venezia (ex-aequo con ‘Prima della pioggia’).

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3 commenti

  1. stefano66

    Film bellissimo, lentissimo ma che una volta iniziato a guardare non si può fare a meno di lasciare, fino alla drammatica, naturale conclusione che da sola vale tutto il film; un pianto senza fine. Consigliatissimo a tutti, soprattutto agli amanti del buon cinema.

  2. daniele

    Il regista riesce davvero a dare un’immagine e un suono a qualsiasi sentimento, dimostrando una sensibilità che forse solo Antonioni aveva…
    Vero, lentissimo anche questo, ma di una lentezza che racchiude malinconia, dolcezza, disperazione, solitudine – peculiarità questa di tsai ming liang – e tanto, tantissimo bisogno di amore.
    Per chi è avvezzo a questo tipo di cinema, superconsigliato!!! Voto: 9,5
    Basterebbe questa scena a renderlo imprescindibile… (Noto che non posso inserire link. Vabbé era solo un link su youtube. Ad ogni modo lo si può trovare facilmente. Basta inserire titolo del film e nome del regista: è il filmato da 4 minuti e 20 secondi)

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In Estremo Oriente, a Taipei, la capitale di Taiwan, vivono tre persone in piena solitudine esistenziale: Mei-Meiu, una graziosa agente immobiliare; Ah-Rong, che vende sui marciapiedi abitucci femminili; Hsiao-Kang, malinconico e frustato venditore di urne funerarie. La giovane, che colloca alloggi modernissimi, ma abita in un quartierino appena appena decente, quando si vuole concedere un rapporto sessuale, lo fa sbrigativamente in uno fra i tanti appartamenti di cui si occupa: ciò avviene anche con Ah-Rong, incontrato in un caffè. Ma nell’alloggio vuoto da tempo si è rifugiato per dormire Hsiao-Kang che, affranto dalla tetraggine di una vita apparsagli inutile, un giorno vi fa un tentativo di suicidio; poi continua nell’insolita coabitazione, abbandonandosi all’autoerotismo la sera in cui la coppia ha una relazione. Quando Mei-Mei se ne va all’alba, bacia il fortunato Ah-Rong ancora addormentato; poi, allontanandosi, disperata si sfoga con un pianto lacerante.

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