Film presentato dall’Irlanda (regista e finanziamenti) e selezionato agli Oscar come miglior film straniero, che si svolge completamente in terra cubana, facendoci scoprire bellissimi angoli segreti e lontani dai percorsi turistici. Racconta la storia di Jesus (Héctor Medina) un giovane gay senza soldi, che vaga sovente per le vie dell’Havana e lavora presso un cabaret di drag come parrucchiere (prepara le parrucche) gestito dalla performer Mama (Luis Alberto García) . Jesus vive in uno squallido appartamento che spesso presta alla sua amica Cecila (Laura Alamán) così che possa dormire con uomini senza il controllo della sua famiglia. Mama è praticamente l’unica figura parentale per il solitario Jesus, che gli evita di guadagnarsi soldi prostituendosi sulla strada. Quando Jesus chiede di poter esibirsi anche lui sul palco (così da guadagnare qualche soldo in più), Mama è riuttante. Alla sua prima esibizione come drag queen Viva (nome d’arte rubato ad una rivista poggiata sul tavolo), Jesus si dimostra goffo, troppo maschile, con una brutta andatura e spalle troppo alte. Mama e un’altra collega decidono però di aiutarlo insegnandogli maggiore teatralità e sentimento nell’esibizione. Il pubblico, prevalentemente gay, è comunque da subito entusiasta e questo è quello che conta. Jesus sta iniziando ad assaporare il successo quando nota tra il pubblico un uomo che lo fissa con insistenza. Avvicinatolo gli regala una dolce carezza ma questo gli risponde con un pugno in faccia dicendogli con estremo disgusto “Io sono tuo padre”. Angel (Jorge Perugorría) è infatti il padre che Jesus non vede da 18 anni e che è appena uscito di prigione. Jesus decide però di non guardare al passato ma al futuro e accoglie Angel nella sua casa senza fare domande. Angel è un ex pugile perdutosi nell’alcool che vive nel ricordo dei suoi giorni di gloria. Naturalmente maschilista e omofobo non può sopportare un figlio gay che si traveste da donna, tenta quindi di impedirgli di esibirsi come drag queen, mentre Mama cerca di sostenerlo. Il rischio che Jesus debba tornare sulla strada per guadagnare qualche soldo è altissimo… I temi dell’accettazione, del perdono e del bisogno di legami famigliari si uniscono in un racconto delicato e sentimentale ma estremamente vivo ed accattivante, grazie anche a superbe performance e all’ottima musica che accompagna le esibizioni di Viva.
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Il melodramma ha – sempre più – una connotazione negativa nel mondo del cinema ma, se costruito bene, è un genere vincente.
Il plot di questo film cubano potrebbe far pensare ad una fiera degli eccessi, cioè un padre ex-pugile che impedisce al figlio adolescente di fare la drag queen.
Invece la caratteristica principale di questa pellicola è la misura, niente è urlato, travolgente o strabiliante. Lontano mille chilometri dal primo Almodovar.
Nonostante i numeri (e i battibecchi) dei travestiti su canzoni d’amore di cantanti sudamericane degli anni passati, le immancabili marchette, l’Havana e il machismo del mondo del pugilato, il film resta sempre fresco e lieve. Emoziona in maniera onesta per tutta la sua durata.
Bravissimo Hector Medina che interpreta Angel/Viva, ragazzino protagonista del film.