Questo è il terzo film cubano su tematiche omosessuali, dopo ‘Fragola e cioccolato’ del 1993 e ‘Chamaco’ di Juan Carlos Cremata del 2010. L’autore Enrique Pineda Barnet (nato nel 1933 a L’Avana) è scrittore, poeta, attore e regista di altri 25 film. E’ una delle personalità cubane più rilevanti nel mondo della cultura e dell’arte. Ha vinto il Premio Nazionale di Letteratura nel 1953 e nel 2006 ha ricevuto il National Film Award, il premio cinematografico più prestigioso del suo paese. Con questo film, che l’autore definisce un thriller psicologico, ha voluto denunciare l’omofobia e il machismo ancora oggi molto diffusi a Cuba, dove si pensa in modo dogmatico, c’è una diffusa ostilità verso il cambiamento, e si è portati ad odiare tutto quello che è diverso. Dice il regista: “l’odio è il peggior cancro che può invadere l’essere umano, e il più inconcepibile è l’odio dell’amore, che può sembrare un paradosso, ma che è invece una triste realtà”. Il film, girato in soli due ambienti (un bar del porto e l’hangar dove abita il protagonista), narra la storia di Alfredo, un medico della marina mercantile, bisessuale, che incontra e fa amicizia con Carlos, un informatico con aspirazioni di pilota, che vive malamente la propria omosessualità. Alfredo invita Carlos nella sua abitazione (ricca dei souvenir dei suoi viaggi) dove inizia un gioco di seduzione che deve fare i conti con i pregiudizi e le convenzioni sociali, ma dove i due riusciranno anche a danzare insieme e alla fine a fare l’amore. Il film è un omaggio voluto al “Querelle” di Fassbinder, sia visivamente che per la tematica, a partire dal manifesto del film che mostra un pugnale che ha per manico un pene (ma presto arriverà un manifesto più morbido e digeribile disegnato da Julioeloy Mesa). Il titolo ‘Verde verde’ ha il significato di una cosa intensamente verde e quindi matura.
Effettua il login o registrati
Per poter completare l'azione devi essere un utente registrato.
Condividi