Un Uomo da marciapiede

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Un Uomo da marciapiede

Vincitore dell’Oscar come miglior film, migliore regia e migliore sceneggiatura, il film rimane nella mente soprattutto per i due protagonisti maschili. Dustin Hoffman dà un’interpretazione indimenticabile di Ratso Rizzo, un truffatore dilettante sordido e scroccone che insegue sogni di gloria. Jon Voight è magnifico nel ruolo di Joe Buck, l’attraente cowboy texano dal fascino ingenuo che è convinto di essere il perfetto rimedio alla solitudine e alla fame d’amore di molte signore di New York. Joe non ama i “finocchi” ma si fa spompinare per soldi da un giovane uomo in un cinema. La sua relazione con Ratso cresce sempre più sino a diventare molto più di una normale amicizia, oltre il sesso. Io ho visto il film come un inno all’amicizia ed all’amore in senso assoluto, quello che tutti vorrebbero incontrare.

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Un commento

  1. zonavenerdi

    Sarà pure un capolavoro della cinematografia mondiale, ma a me non è piaciuto. Un mio conoscente ha detto che il film segue il punto di vista degli anni ’60, per questo non lo posso capire, ma a me non piace lo stesso. Un lavapiatti della provincia statunitense sbarca a New York per far fortuna, ma si metterà solo nei guai vivendo di espedianti e facendo per lo più il gigolò. Forse era meglio trovarsi immediatamente un lavoro onesto.

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Joe Buck, giovane texano, giunge a New York ingenuamente convinto di fare fortuna con le danarose signore di Park Avenue, grazie alle proprie doti fisiche. Dopo alcuni squallidi incontri sentimentali, il giovane si imbatte in Rizzo, un povero storpio ridotto a vivere di espedienti. Sentendo Joe vantarsi spavaldamente della propria virilità, Rizzo coglie l’occasione per truffarlo, chiedendogli venti dollari per fargli da “manager”. Ridotto senza soldi Joe vaga per la città, assoggettandosi per pochi dollari a umilianti esperienze, finché per caso non ritrova Rizzo. La tentazione di picchiare l’imbroglione è forte, ma maggiore è la necessità di trovare un tetto e qualcosa da mangiare; Joe finisce così con l’accettare l’ospitalità che Rizzo gli offre e va a vivere con lui. Sempre con l’idea di poter riprendere proficuamente il “mestiere” che lo aveva indotto a partire, il giovane texano si adatta a poco a poco alle regole per sopravvivere che l’infermità e la sfortuna hanno insegnato a Rizzo. Col passare del tempo tra i due nasce una sincera amicizia. Quando le condizioni di salute di Rizzo si aggravano, Joe riesce a racimolare con la violenza un poco di danaro sufficiente a condurre l’amico nel più salubre clima della Florida. Mentre quasi al termine del viaggio in pullman Joe confida all’amico l’intenzione di cambiare vita e trovare un lavoro onesto, Rizzo gli muore accanto.

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