Opera prima del regista Raj Amit Kumar assai differente dal tipico film mainstream indiano. Il Comitato di Censura che revisiona i film prima della distribuzione aveva chiesto al regista dei pesanti tagli, motivatamente rifiutati in quanto snaturavano l’opera. La produzione aveva fatto appello al Ministero dell’Informazione indiana che come risposta ha proibito la distribuzione del film su tutto il territorio indiano. Raj Amit Kumar si è rivolto alla Corte Suprema e sta ora conducendo una campagna contro la censura in India, con una buona risonanza sui media, alla quale stanno aderendo altri registi. Sul sito ufficiale del film le motivazioni e le iniziative della campagna.
Il film racconta due storie parallele sull’intolleranza ed il fondamentalismo religioso. Ambientato tra New York e New Delhi seguiamo le storie di un terrorista mussulmano che parte dal Pakistan per arrivare a New York dove vuole tacitare uno studioso liberale mussulmano e quella di una giovane donna che, sfidando il padre molto religioso, ha rifutato dieci matrimoni combinati perchè segretamente innamorata di una donna, in un Paese dove il lesbismo è ancora un grosso tabù. Bruciante rappresentazione di un mondo contemporaneo polarizzato dove i quattro protagonisti superano i limiti loro concessi e si spingonno molto avanti nella battaglia per la libertà sia in ambito religioso che famigliare che sentimentale. La sceneggiatura del film aveva vinto il primo premio della University Film and Video Association, ma nel film risulta un po’ disordinata e a volte frettolosa. L’attore protagonista Victor Banerjee, che ha lavorato con registi come Roman Polanski, James Ivory, Sir David Lean, e altri, si è dichiarato entusiasta di come il film affronti le problematiche del sesso e della violenza, mentre solitamente, nel cinema indiano, dice, vengono trattate con superficialità e volgarità.
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