Artista a tutto tondo (apprezzata anche per le sue opere pittoriche e fotografiche) Ulrike Ottinger deve la sua fama internazionale principalmente ai suoi film e documentari, che l’hanno resa uno dei nomi di punta dell’avanguardia cinematografica tedesca e mondiale. Dalla “trilogia di Berlino” (Ticket of No Return, 1979, Freak Orlando, 1981, e Dorian Gray in the Mirror of the Yellow Press, 1984) al controverso Madame X (1978), fino ai pi๠recenti Johanna d’Arc of Mongolia (1989) e Under Snow (2011), i suoi film sono caratterizzati da uno stile surrealista e ridondante, costumi esotici, scene grottesche, fantasmagorie opulente e uno humour tipicamente camp. I soggetti delle opere, siano essi storici o immaginari, sono sempre guardati da una prospettiva femminile che si apre costantemente su altri mondi. Il film di Brigitte Kramer ci regala un prezioso ritratto dell’artista, recentemente insignita del Teddy Award alla carriera all’ultimo festival di Berlino: dalle esperienze berlinesi negli anni Settanta e Ottanta, all’incontro con le sue attrici-muse (tra cui Magdalena Montezuma), al periodo parigino, fino ai documentari girati in Asia e alle mostre pi๠recenti allestite in giro per il mondo. (Gender Bender)
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