La regista Lydia Nibley esplora il retroterra culturale che ha generato un tragico e insensato omicidio. Fred Martinez era un giovane Navajo che viveva a Cortez, nel Colorado, ucciso all’età di 16 anni da un uomo che si vantava coi suoi amici di avere “schiacciato come un verme un frocio”. In una calda sera d’estate Fred Martinez, senza dare importanza alla sua cultura che ammoniva di non uscire nel buio della notte, abbracciava sua madre, dicendole che sarebbe tornato presto, e lasciava la casa-caravan dove abitava, per andare ad assistere ad una festa rodeo. Vestito come al solito, con un tocco di mascara, un reggiseno imbottito di calzini sotto al pullover, e la sua borsetta preferita, aveva passato diverse ore coi suoi amici prima di scomparire. Il suo corpo selvaggiamente pestato fu trovato cinque giorni dopo in un piccolo canyon vicino alla sua casa. Il suo assassinio non ebbe molta risonanza sui media e gli abitanti della piccola riserva dove aveva vissuto non riuscirono a comprendere come una persona così gentile e desiderosa di vivere serenamente la propria vita, fosse stata così terribilmente distrutta. Fred faceva parte di una onorata tradizione Navajo, i “nadleeh” che significa “due-anime”, persone che posseggono sia caratteristiche femminili che maschili. La regista, raccontandoci la storia di Fred, ci ricorda valori e costumi che per secoli sono stati parte integrante della cultura indigena americana.
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