Questo film che racconta qualche anno della vita di Truman Capote, innovativo scrittore (gay) americano, rimarrà nella storia del cinema per la grande interpretazione di Philip Seymour Hoffman che ha saputo dare al personaggio una incredibile verosimiglianza (perfino nei modi effeminati suoi tipici). Il film vuole spiegarci come Capote riuscì a trasporre nei suoi libri le sue indagini particolari su reali fatti di cronaca dei quali andava a conoscere personalmente gli indagati. La storia d’amore (mai consumato) con un assassino (Perry Smith, che è anche un suo alter ego) è rivelata dal film attraverso gli sguardi e le promesse (poi tradite da Capote) che si sussegguono durante le fasi di un drammatico processo. Il film non parla espressamente di omosessualità che però è sottintesa in diverse inquadrature del protagonista e dei fatti raccontati.
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Nonostante il riconoscimento a Hoffman, il film non mi è piaciuto forse proprio perché imperniato troppo sulla caratterizzazione eccessiva di Capote (quella voce veramente odiosa!). La storia è lenta, priva di colpi di scena e non emoziona; a mio parere racconta poco e male l’episodio di cronaca che ispirò allo scrittore l’omonimo romanzo.
Il film si concentra totalmente sulla figura di Truman Capote. Senza eccessi, lo descrive come un uomo per nulla vergognoso della propria omosessualità e convinto delle proprie capacità di scrittore. I personaggi secondari non hanno molte battute e nelle inquadrature è quasi sempre presente Hoffman, che rimane moderato e leggemente sottotono. Oscar giustificato, sia chiaro, ma in un certo qual modo “facile” da ottenere, vista la costruzione della sceneggiatura. Devo dire però che l’innamoramento di Truman (scrittore) e Perry (assassino) sembra null’altro che il classico rapporto tra insegnante zelante ed allievo promettente. Un legame che può essere molto profondo, ma non si tratta di vero amore. Anzi, è proprio Truman a prendere le distanze quando si accorge che qualcosa dentro di lui si sta muovendo. Non ho trovato veri difetti nel film, ma non lo rivedrei perché la storia non mi ha coinvolto abbastanza. Consiglio piuttosto quello basato sullo stesso soggetto uscito poco tempo dopo, e passato totalmente inosservato: INFAMOUS.
Ben fatto! Da vedere; il pregio maggiore del film è indubbiamente l’interpretazione (da Oscar)di Hoffman! ma mi è piaciuto anke il modo in cui è stato raccontato il rapporto tra il personaggio di Capote e qll dell’assasino Smith: ambiguo, cinico, a tratti inspiegabile ma anke molto triste! Cm racconta il film Capote stesso rimase così sconvolto umanamente e artisticamente da qst esperienza da nn riprendersi più!Mi è venuta voglia d leggere A sangue freddo.