Selezionato dalla Norvegia per gli Oscar 2018, dove ha vinto il Norwegian International Film Festival, il bel film di Joachim Trier (Segreti di famiglia), genere thriller paranormale, sta raccogliendo premi in diversi festival internazionali, tra i quali il Premio Speciale della Giuria a Sitges 50 e il premio come miglior film straniero al San Diego Film Critics Society Awards. Il film racconta la storia di Thelma (interpretata da Eili Harboe, premiata come miglior attrice al Mar del Plata Film Festival), una timida ragazza, proveniente da una famiglia molto cattolica, che si trasferisce nella metropoli per seguire gli studi universitari. Già dalle prime immagini, un flashback dell’infanzia dove vediamo il padre che sta puntando il fucile contro un cervo ed improvvisamente lo punta verso la testa della piccola figlia, comprendiamo che Thelma deve fare i conti con un’arcigna ed invadente educazione famigliare, cattolica integralista, che l’ha costretta ad un isolamento quasi assoluto. Adesso, lontana da casa, potrebbe finalmente aprirsi ad amici ed a se stessa, sebbene riceva ogni giorno assillanti telefonate dai genitori, alle quali risponde con qualche titubanza. I genitori, ai quali Thelma, nonostante tutto, si sente molto legata, oltre a telefonarle quotidianamente, la controllano anche sui social media. Durante le lezioni dei corsi universitari Thelma fa amicizia con Anja (Kaia Wilkins), e presto si accorge di provare sentimenti particolari nei suoi confronti, sentimenti che in nessun modo sarebbero approvati sia dai suoi genitori che da lei stessa. Gioia e sensi di colpa si mescolano, soprattutto quando Anja inizia a flirtare apertamente con Thelma. Iniziano al contempo delle crisi tipo epilettiche, brevissime, che vengono diagnosticate come “convulsioni psicogene”, disturbi che un tempo venivano scambiati per pazzia (e in passato anche per stregoneria). Thelma scopre che anche altri membri della sua famiglia erano affetti da questo disturbo, e scopre anche di avere dei poteri speciali, bellissimi e tremendi allo stesso tempo… Siamo solo agli inizi del film che pian piano entra in un’orbita finemente soprannaturale (ma non aspettatevi scene di horror tradizionale), creando nello spettatore una crescente suspense. Troviamo, abilmente miscelati, il dramma di una forte storia d’amore percepita come sbagliata, il percorso verso un’auto-consapevolezza, verso la scoperta di se stessi, la persecuzione di pregiudizi religiosi (bellissima la scena del biblico serpente tentatore), un’efficace rappresentazione metaforica dei turbamenti psicologici, il mistero di un terribile segreto che solo alla fine viene rivelato riconducendoci al centro di tutto il dramma. Il regista e sceneggiatore Joacim Trier definisce il suo film come “la storia della liberazione di una giovane donna che cerca di trovare un modo di esistere, di accettarsi e diventare autonoma”. Definito dalla critica uno dei migliori thriller paranormali degli ultimi anni perché “capace di combinare angoscia, tensione e sentimento, umano e sovrumano, reale e surreale in una figurazione seducente come il peccato stesso”.
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Gran bel film dalle molteplici letture, desiderio, pregiudizio, repressione, con un tocco di paranormale. Finale liberatorio da leggere nel suo simbolismo. Ispirata la regia con rimandi al altri film e davvero brava l’interprete. Da seguire tranquillamente in lingua originale con sottotitoli, il film è soprattutto visivo ed i dialoghi essenziali e improntati a chiarire solo ciò che non può essere visto o dedotto. Incipit memorabile.
Bella tutta la prima parte, poi nel finale perde di tensione e spiegazioni. Comunque molto interessante anche per la tematica psicologica