Una giovane donna incinta che vive sola in una camera simile ad una grotta sta cercando la sorella scomparsa. Questa trama non è certo in grado di descrivere il fascino, la ricchezza, la radicalità e la libertà che il regista Burak Çevik si prende per creare un mondo cinematografico stravagante per la sua narrativa. Dalla sua grotta fiabesca, la protagonista attraversa un fiume seguendo le tracce di sua sorella, che conducono in un giardino botanico, in un negozio di uccelli, in una darkroom. L’assistente del laboratorio fotografico paragona l’effetto delle fotografie a come Dio ha congelato la moglie di Lot in una colonna di sale perché non ha resistito alla tentazione di girarsi a guardare la distruzione di Sodoma. Imprigionata per l’eternità. Dobbiamo interpretare le sue parole in senso letterale, quando la protagonista dice alla donna della barca che lei è un vampiro part-time ? La serenità con cui il film divaga, mostrandoci le piante, strisce di negativi o una partita di ping-pong, contribuisce considerevolmente allo strano fascino che emana. Allo stesso tempo molte cose rimangono enigmatiche e questo ci rende ancora più curiosi riguardo a cosa questi indizi significhino. Presentato alla Berlinale 2018 nella sezione Forum. In concorso per il Teddy Award
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