La storia di una ragazza nera, cresciuta durante l’era di Jim Crow nel cuore di Boston, la sua scoperta della danza e dove questa l’ha guidata all’interno della black community. Nata nel 1936, divenne una ballerina classica, poi una leggendaria insegnante di danza, infine un’attivista femminista lesbica, scrittrice e studiosa. Angela Bowen ha influenzato e ispirato un numero incredibile di persone, parlato e combattuto apertamente per le arti, per i diritti delle donne e della comunità nera e per i diritti LGBT. Un omaggio doveroso a una donna, nera, lesbica e femminista che ha vissuto, e lasciato il segno, in oltre cinquant’anni di vita artistica e politica americana. Affinché la sua ricerca sia d’ispirazione a ognuna di noi! (Teresa Sala)
Voci dal femminismo. Non starò qui a narrarvi per filo e per segno l’incredibile storia della poliedrica Angela Bowen, né i nomi di coloro che ha incontrato nella sua prolifica vita (uno su tutti, Audre Lorde), ma la luce e le lacrime negli occhi di chi l’ha conosciuta, il cambiamento delle vite di coloro che ha incrociato, le persone che l’hanno amata, fanno di quest’opera un documentario prezioso.
Racconta la sua vita attraverso sei decadi, dai primi anni ’50, con fotografie, riprese originali, interviste a persone che l’hanno accompagnata nella sua evoluzione. Il marito, i figli, danzatori e coreografi con cui ha lavorato, i suoi studenti, e, non ultima, la sua compagna.
Fondatrice nel 1963, insieme al marito, della famosa Bowen-Peters School of Dance, ha iniziato alla danza alunni delle classi più povere in un quartiere degradato a ridosso dell’università di Yale. “Avevamo 14 studenti quando iniziammo e 7 di loro non erano in grado di pagare”.
Donna dai mille ritmi: la danza fu il suo primo amore fin dai 14 anni, madre, insegnante, poi scopertasi lesbica, femminista, attivista, poi docente universitaria, e soprattutto nera.
Documentario toccante sulla vita e sugli amori di una donna straordinaria, dapprima il marito, due figli, la scuola di danza, gli studi e l’insegnamento, e poi il grande amore: una donna, ma bianca. La sua partner per 36 anni, la regista Jennifer Abod, non per nulla qualcuno ha definito quest’opera la sua lettera d’amore per Angela.
Angela Bowen, tuttora vivente e malata di Alzheimer, è all’origine del Black Feminism negli anni ‘60. Un punto nella storia nel quale le sfide di razza, classe, genere e sessualità, hanno giocato un ruolo decisivo nelle scelte della sua vita e in quelle dell’intera società allora in cambiamento. (Roberta Bellora)
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