Film che ha avuto un inatteso successo al box-office americano, considerato che è una pellicola vietata ai minori, e che in Italia per questo motivo ha visto spostata la sua programmazione dal 10 agosto al più promettente 4 ottobre, dove si è guadagnato un ottimo secondo posto al boxoffice (con 2.499.846 di euro d’incasso).
Il film è la storia dell’amicizia virile tra un’orsacchiotto parlante e il suo padrone, ormai un uomo di 35 anni, e della storia d’amore tra quest’ultimo e la sua fidanzata da 4 anni. Tutto etero, quindi, eppure, vi assicuro, che quando uscirete dal cinema dopo averlo visto, avrete la netta sensazione di aver visto un film completamente gay. Dove sta il trucco? Semplice, il film è pieno di battute sui gay, che già nei primissimi minuti servono a farvi guardare alla strana coppia protagonista, l’orsetto Ted (voce del regista ed autore Seth MacFarlane) e il suo amico/padrone John (Mark Wahlberg), come ad una ‘coppia di fatto’, il cui legame è così forte da mettere quasi in secondo piano, poi addirittura in crisi, il legame tra John e la sua fidanzata da quattro anni Lori (Mila Kunis).
Naturalmente tra Ted e John non può esserci sesso, anche perchè Ted, come qualsiasi orsacchiotto di peluche, non ha i genitali (e nel film Ted rimprovera di questo la ditta costruttrice), ma arriveremo ugualmente ad una scena sexy tra i due quando nel pieno di una colluttazione (quelle lotte tra uomini così piene di omoerotismo, come insegna Ken Russell in ‘Donne in amore’) Ted abbassa i pantaloni di John e sferza con estrema soddisfazione il suo culetto nudo (troppo bello per essere quello di Mark Wahlberg, probabile l’utilizzo di una controfigura giovane).
Il bravo regista Seth MacFarlane, qui al suo debutto nel cinema (è anche autore della sceneggiatura, costruita insieme agli altri autori del suo cartoon televisivo ‘I Griffin’, dai quali ha preso soprattutto lo stile irriverente e iconoclasta) ha poi inserito nel film anche un personaggio che da etero ossessivo diventa un pacificato gay con tanto di fidanzato, Jared, interpretato nietemeno che da Ryan Reynolds (che però non figura nei titoli di coda). Da non trascurare poi la pesante battuta di Ted che fa diventare pedofilo Donny (interpretato da un fantastico Giovanni Ribisi), il padre di un bimbo grassottello, che vediamo esibirsi davanti ad un videoclip musicale alla maniera di Kevin Kline in ‘In & Out’.
Nel film sono moltissimi i riferimenti cinematografici, da Spielberg (E.T., Indiana Jones) a Chris Columbus, fino a mettere apertamente in campo il Sam Jones di Flash Gordon, catalizzatore dei sogni dei due protagonisti sin dalla loro infanzia. Il tema principale del film è proprio questo, quello di un uomo che resta ragazzino, o che non vuole diventare adulto, perchè forse è meglio stare lontani da una realtà che comprende l’11 settembre, ma anche il mondo della speculazione commerciale (vedi il capo di Lori, che nei momenti di crisi si affida alla contemplazione di un testicolo imbalsamato).
Una delle cose che rende subito accattivante il film, dopo il breve fiabesco inizio, è sicuramente quella di vedere un orsacchitto di peluche, simbolo di tenerezze che richiamano il tranquillo focolare domestico, esprimersi (ma non solo) senza peli sulla lingua a proposito di sesso, droghe, religione, razza, e… rumori corporei. Il contrasto è esilarante, sicuramente divertente per buona parte del film, che cade un po’ nel finale, inutilmente ripetitivo e forzato.
Effettua il login o registrati
Per poter completare l'azione devi essere un utente registrato.
Sono un fan dei cartoni di McFarlane. Penso che I GRIFFIN abbiano portato la cruda realtà nel mondo a disegni più di quanto abbiano fatto I SIMPSON. AMERICAN DAD, poi, è apprezzabile poiché prende per i fondelli il nauseante orgoglio americano wasp. Questi cartoons hanno in comune battute esilarati quanto volgari e situazioni che sfondano il paradosso. Situazioni che in un film con attori in carne ed ossa risultano simpatiche, ma forzate e prive di senso. La qualità si eleva al di sopra della comicità demenziale per merito del non banale discorso sull’amicizia. Non so se l’autore sia gay, ma di sicuro dimostra di conoscere benissimo i vari risvolti con cui si manifesta l’affetto tra persone dello stesso sesso. Una di queste è proprio la comunissima amicizia virile che troviamo tra Ted e John. In fondo, sembra chiedersi McFarlane, che cos’è poi una grande amicizia, se non un grande amore? A conti fatti il film va bene per una leggera serata tra amici.
Sono un fan dei cartoni di McFarlane. Penso che I GRIFFIN abbiano portato la cruda realtà nel mondo a disegni più di quanto abbiano fatto I SIMPSON. AMERICAN DAD, poi, è apprezzabile poiché prende per i fondelli il nauseante orgoglio americano wasp. Questi cartoons hanno in comune battute esilarati quanto volgari e situazioni che sfondano il paradosso. Situazioni che in un film con attori in carne ed ossa risultano simpatiche, ma forzate e prive di senso. La qualità si eleva al di sopra della comicità demenziale per merito del non banale discorso sull’amicizia. Non so se l’autore sia gay, ma di sicuro dimostra di conoscere benissimo i vari risvolti con cui si manifesta l’affetto tra persone dello stesso sesso. Una di queste è proprio la comunissima amicizia virile che troviamo tra Ted e John. In fondo, sembra chiedersi McFarlane, che cos’è poi una grande amicizia, se non un grande amore? A conti fatti il film va bene per una leggera serata tra amici.
Carino. Non ci sono certo risvolti così profondi, e la satira di costume rimane sul salottiero, ma l’idea dell’orsacchiotto parlante secodo me funziona e i personaggi risultano effettivamente simpatici.