Temmuz è un giovane uomo, gay dichiarato, che, dopo aver abbandonato la casa paterna, vive in un appartamento di Istanbul col suo amatissimo cane. Conduce una vita bohémien, spensierata, eccentrica (ad esempio crede nei portafortuna). Le sue scelte di vita l’hanno messo in conflitto col padre, mentre la madre cercava di aiutarlo e di stargli vicino. Vorrebbe trovare la pace del suo spirito nella scultura, che ha scelto come professione, ma per guadagnare qualcosa, volendo essere indipendente economicamente dalla benestante famiglia d’origine, illustra libri per bambini. La sua vita entra in crisi quando viene abbandonato, via email, dal suo compagno, e quasi in contemporanea perde il lavoro di disegnatore. Temmuz è completamente scoraggiato, al limite della disperazione. Ma nei suoi sogni continua a vedere un giovane che lo chiama ripetutamente e gli chiede aiuto.
Ihsan è un giovane senza arti, costretto in carrozzella, completamente dipendente dalla madre. Sa bene che tutti i suoi desideri sono irrealizzabili e lo spaventa il fatto di essere un fardello per sua madre. Per questi motivi ha una sola idea in testa che risolverebbe tutto.
Un giorno Temmuz incontra Ihsan e la madre che stanno salendo sull’autobus. Poi li aiuta ad entrare nella loro casa. Temmuz racconta a Ihsan di averlo visto in sogno, gli dice che la loro vita è indissolubilmente legata e gli chiede la sua amicizia. Ihsan acconsente ma in cambio gli dice che dovrà ucciderlo perchè vuole arrivare da Dio per chiedergli perchè l’abbia creato così. La loro amicizia cresce e Ihsan va a vivere con Temmuz che lo tratta come una persona normale, cosa che Ihsan non aveva mai provato prima… E’ l’incontro tra due uomini disperati che cambierà per sempre le loro vite, la nascita di un’amicizia che li aiuterà a scoprire molte cose. Temmuz entra in una nuova famiglia, conosce un angolo di Istanbul che nemmeno immaginava, riprende il suo lavoro di scultore… Il film è ricco di umanità e riesce a coinvolgere, anche grazie alla toccante interpretazione di Aras Bulut Iynemli (Ihsan). Peccato per un finale troppo affrettato e contradditorio.
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