Il regista punta ambiziosamente a una rilettura in chiave psicologica del noir della Highsmith, calcandone le sfumature omosessuali che nel film precedente di Clément erano intuibili ma inespresse. Nel costruire il suo remake però si lascia prendere la mano soprattutto dall’atmosfera, dall’ambiente, dallo stile anni ’50, e resta dubbiosa la motivazione psicologica di quanto accade, forse poco indagata anche nel romanzo medesimo. La scena della vasca da bagno è comunque assai bella e chiarificatrice. Film assolutamente godibile anche se ci lascia col solito amaro in bocca derivato dall’equazione gay=cattivi.
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Ho talmente amato questo film che, il giorno dopo averlo visto, ho cercato il romanzo. Purtroppo il romanzo è stata una delusione, quindi parlerò solo del film.
3 personaggi: un gay psicopatico (Damon), un criptogay viziato (Law) e una fag hag gelosa (Paltrow). Lo psicopatico deve riportare il viziato da papino che è preoccupato. La gelosa assiste, non senza fastidio, alla nascita del legame tra i due uomini. I due uomini sembrano amici per la pelle, fino a quando…
Da un certo punto in poi, la storia vira verso il noir. Matt Damon ci regala un personaggio dalle molte sfaccettature e ci costringe a tifare per lui.
Fantastica Cate Blanchett in un ruolo di secondo piano, ma molto incisivo.
Decisamente consigliato.
Film inquietante dove l’identità doveva corrispondere all’eterosessualità (con possibile matrimonio), tanti soldi e l’adesione alla massa a cui il personaggio di Tom Ripley bramerà reprimendo la propria omosessualità con una rinuncia all’amore per un uomo, Peter, che lo voleva accanto a sé. La durata del film può essere eccessiva e l’essere gay risulta negativo nel film (giustificato da un romanzo degli anni ’50). Voto: 7.
E’ ovvio che il personaggio a cui faccio riferimento io (e non solo visto che il film porta il suo nome) è quello di Matt Damon. Detto questo, poi non mi sono limitato ad analizzare il film in se (che già basterebbe); ma l’ho rapportato al modo di pensare del decennio in cui è stato fatto e come in questi “vivevano” i glbt. (Negli anni novanta io ero un cosedetto teenager e so di cosa sto parlando).
Non sono del tutto d’accordo con chi vede in questo film l’equazione “gay=cattivi”: anche Peter Smith-Kingsley è omosessuale, ed è forse il personaggio più positivo di tutta la pellicola!
L’ho rivisto proprio ieri questo film e ancora non riesco a farmi una ragione di come ancora solo negli anni novanta gli omossessuali venivano visti negativamente tanto da poter raffigurare in un film solo gli antagonisti; coloro che avevano qualcosa da nascondere …
Strano come questo film abbia cosi pochi commenti. Non me l’aspettavo. Detto questo il personaggio omosessuale in questo film è l’antagonista colui arriva dal mistero, combina guai e nel mistero riscompare (così come in tutta la filmografia anni ottanta e novanta). C’è ancora un giudizio negativo intrinseco sull’omosessualità. Quando all’epoca l’ho visto sono stato contento perchè era uno dei pochissimi film in circolazione che sfiorava l’argomento; ma poi da un’analisi più attenta sono convenuto che è meglio non parlarne piuttosto che parlarne in questo modo.
bell’intreccio. pretesto narrativo davvero originale. bel film.
10 e lode,adoro queste trame…
E’ impossibile descrivere l’atmosfera che pervade questo film: un misto di sensualità ed eleganza acuite dalla stupenda ricostruzione dell’Italia anni ’50. Un film che sicuramente vi consiglio.
Bel film. Tensione e drammaticità alle stelle. Imperdibile!