In seguito a un incontro casuale con uno sconosciuto, Adam, l’eroe del film, si ritrova sotto il controllo di una forza invisibile e sconosciuta che guarda ogni sua mossa e che lo porterà a perdere il suo lavoro di istruttore informatico. Questo sconosciuto incontrato al bar sembra volergli appioppare la prova di una relazione omosessuale con un gay membro della reale famiglia britannica. Adam inizia ad agire clandestinamente. Disperato si rivolge alle uniche persone di cui può avere fiducia, suo padre e una reporter di nome Amy che è stata un tempo la sua ragazza e alla quale ruppe il cuore quando gli rivelò di essere gay. Senza sapere esattamente la pericolosità di quello che sta facendo, Adam si mette alla ricerca di indizi che lo porteranno a scoprire un grosso scandalo nel cuore della famiglia reale.
Il film è un avvincente thriller politico ambientato nella Londra contemporanea. Girato con lo stile di un programma investigativo, con la macchina a mano, le immagini del film sembrano a volte catturate da una telecamera tv a circuito chiuso, facendoci sorgere la domanda su chi stia realmente girando il film. (Berlinale 2007)
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Non un capolavoro, ma interessante.
Ma come è stato possibile dimenticare, nei crediti, Simon Callow, che – pur recitando una parte non primaria – è il portavoce del messaggio politico del film?
il protagonista è bellissimo, già solo per quello vale la pensa guardarlo; un po’ difficile da seguire in lingua originale con sottotitoli in cinese (ehm..) ma insomma particolare sicuramente.