Il film era stato concepito originalmente dalla produttrice e sceneggiatrice lesbica Kat Holmes, come un’opera pornografica, ritenendo questo settore assai povero di titoli, ma dopo nove anni di elaborazioni ha acquistato una forma filmica completa, anche se non completamente riuscita. Jordan (Lily Hall) è una studentessa lesbica del college impegnata come nuotatrice ed avviata verso una promettente carriera sportiva. Dorme fino a tardi, cerca di ignorare le sollecitazioni telefoniche giornaliere che le arrivano dai genitori, condivide la sua stanza col bisessuale Lucas (Kevin Dee) che, come lei, sta scoprendo ed esplorando la proria sessualità. Dopo un infortunio alla spalla, si butta a capofitto nello studio e scopre una insospettabile passione per la storia e per Angie (Christina Hallett), sua tutor ed assistente e fidanzata del suo professore di storia, Cameron (Andrew Curry). Inizialmente sembra che Angie stia per abbandonare Cameron e coltivare l’amicizia di Jordan che a sua volta trova sempre più difficile mantenere un sano equilibrio tra il suo training atletico, lo studio scolastico e soprattutto la sua vita amorosa. Quando però Angie, combattuta dai suoi demoni interiori, rifiuta una storia sessuale con Jordan, questa entra in profonda crisi. L’incontro di Jordan con Delilah (Georgia Bolton), la proprietaria di un esotico nightclub, la conduce verso una spirale di autodistruzione, coinvolta da un ambiente di sottocultura fetish, droga e sesso anonimo. Il cammino per riacquistare la padronanza di se stessa ed esorcizzare le paure del fallimento, in diversi ambiti, non sarà facile… Una storia della generazione y, di ventenni alla scoperta del loro posto nel mondo, ma soprattutto alla scoperta che non sempre si può avere il massimo, quello che i media, la società, la famiglia e gli amici ti prospettano con troppa facilità. Come dice la regista, il mondo si può dividere in due categorie di persone, quelle che esternalizzano i loro fallimenti incolpandone gli altri e quelle che invece li internalizzano incolpando e punendo se stessi. La protagonista Jordan appartiene sicuramente a questa seconda categoria: davanti ai suoi primi fallimenti sceglie un percorso estremo, come fosse un meritato castigo.
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