Il film è più un omaggio all’erotismo estremo del romanzo di Georges Bataille (1897-1962), che un suo adattamento. Più che scandalizzare, com’era l’intento di Bataille, il regista sembra interessato ad una trascrizione artistica della pornografia, rischiando a tratti noia e lungaggini. Film quasi muto, tranne una breve voce fuori campo iniziale che ci riassume la vita dello scrittore, dopo le realistiche immagini di un parto, inizia una serie di esibizioni sessuali, quasi come sognate, indipendenti tra loro. Non c’è una storia perchè, come dice l’autore, la “narrazione è una mania borghese”. Un biondo e snello marinaio bianco è dominato da un muscoloso nero. Una danzatrice bendata (con macchie di sangue dove sotto ci sono gli occhi) in topless s’incontra con una donna incatenata. Abbiamo masturbazioni e rapporti sessuali gay, lesbici ed etero (due donne con un uomo). Come nei film porno assistiamo ad un sesso meccanico, dove tutto è visibile e ripetitivo, per niente eccitante. La colonna sonora non colpisce particolarmente ed è piuttosto tetra. Gli ultimi 15 minuti sono a schermo nero con musica elettronica. Ciò detto il film ha comunque i suoi estimatori anche se fatica a diventare un cult (nel suo genere).
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