Lirico ma crudo il film racconta la storia di Sammer, 13 anni, che percorre le strade di New York con una piccola banda di amici rubando fra le altre cose, e con i mezzi più ingegnosi, le videocamere ai turisti. Compiuto il furto Sammer torna velocemente nel quartiere popolare da cui proviene per vendere la refurtiva, ma tiene sempre per sé le cassette. Solo nella sua stanzetta, circondato da computer rubati, Sammer esplora questo vasto mondo di immagini altrui, sedotto dalle facce e dalle vite apparentemente felici di quegli estranei. E nel frattempo, oltre a cercare di mettere da parte abbastanza soldi per non doversi più accontentare di quei viaggi virtuali, se la vede col fratello maggiore, eternamente in attesa di essere scarcerato, con la loro anziana madre adottiva, con un sorvegliante che è a sua volta sorvegliato, con un vecchio barbone che nasconde un segreto e crede di poter volare. Fino a quando, vivendo e sognando nelle strade e sui tetti di Brooklyn, scopre che non tutti i turisti sono felici, che qualcosa lo porta irresistibilmente in Alaska e che le videocamere, diversamente dalle persone, possono davvero volare.
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