‘The Sons of Tennessee Williams’ (il titolo è un omaggio al famoso drammaturgo gay che soggiornò lungamente a New Orleans) tratta di un aspetto sinora poco documentato della storia contemporanea gay, le origini dei festeggiamenti gay durante il Mardi Gras (il nostro carnevale), nati a New Orleans, Louisiana, alla fine degli anni ‘50 e poi diventati comuni in tutte le parti del mondo. Il documentario del regista Tim Wolff, originario di New Orleans, intrecciando materiale d’archivio ed interviste ad una ventina dei primi protagonisti, ripercorre l’evoluzione dei festeggiamenti del Mardi Gras gay nel corso dei decenni, mostrando come la nascita di questo evento abbia rappresentato una tappa importante per la causa della liberazione gay, che di fatto ha preceduto di una decina d’anni i ben più famosi moti di Stonewall (del giugno 1969). A New Orleans i circoli che si occupano di organizzare gli eventi per il Mardi Gras, sono chiamati “krewes”. Ogni Krewe organizza proprie feste e sfilate mascherate, che di solito terminano con un ballo e con l’incoronazione del re e della regina della festa. Nel febbraio del 1959 un gruppo di uomini gay decise di organizzare un proprio ballo mascherato per il “Mardi Gras”. Il primo gay Krewe, chiamato “the Krewe of Yuga” o “KY” nel 1962 affittò i locali di una mensa scolastica in un quartiere notoriamente conservatore della città, per organizzare al suo interno un ballo mascherato. In quegli anni erano ancora in vigore negli Stati del sud delle leggi discriminatorie verso gli omosessuali e i membri del “KY” ben sapevano che il loro ballo sarebbe stato considerato illegale, questo non li trattenne dal partecipare alla festa tutti travestiti in vistosi abiti femminili. La polizia, chiamata da privati cittadini che avevano visto numerosi uomini travestiti da donne introdursi di notte nell’edificio, irruppe nella sala proprio nel momento dell’incoronazione della regina della festa. I membri del Krewe, intralciati dai loro costumi ingombranti, tentarono di fuggire inseguiti da agenti dotati di cani e torce elettriche. Molti di loro furono portati in carcere, identificati e accusati di disturbo della quiete pubblica e i loro nomi furono pubblicati sui giornali locali.
Questa fu però l’ultima volta che successe una cosa del genere. Negli anni successivi i balli non furono più interrotti dalla polizia. I membri del Krewe riuscirono a poco a poco a conquistare i loro spazi di diritti civili senza manifestazioni politiche, ma organizzandosi sempre meglio per aggirare la repressiva legislazione allora vigente e riuscire a sfruttare a loro vantaggio le tradizioni permissive del Carnevale. Nel 1969 c’erano già quattro gay krewes che legalmente organizzavano ogni anno in sale pubbliche di News Orleans balli per il Mardi Gras. Nel 1973, un politico locale vinse la sua campagna per la carica di procuratore distrettuale grazie alla promessa di porre fine alla persecuzione dei gay durante il Carnevale.
A questi balli normalmente partecipano migliaia di gay e loro amici in abito da sera e quando inizia lo spettacolo sfilano sul palco decine di uomini travestiti con costumi eccezionalmente eccentrici e ingombranti sino ad arrivare all’ingresso della maschera più sfarzosa di tutte: la regina della festa.
Il documentario si conclude parlandoci degli unici eventi che hanno potuto temporaneamente frenare il successo di queste manifestazioni: l’epidemia dell’AIDS, che negli anni ’80 ha provocato un gran numero di vittime tra i soci dei gay Krewe e più recentemente gli ingenti danni provocati dall’uragano Katrina nell’agosto 2005. (R. Mariella)
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