Per la terza volta la regista Michelle Ehlen è anche protagonista in un suo film, nei panni del suo irresistibile personaggio ‘Butch Jamie’, una robusta lesbica mascolina (butch), insicura, un po’ goffa e una certa predisposizione a mettersi nei guai. La prima di queste commedie comico-sentimentali era stata Butch Jamie (2007), seguita dal sequel Heterosexual Jill (2013). In questo terzo capitolo Jamie è da circa un anno accoppiata con la sua fidanzata Jill, una ‘lesbica femme’ molto carina. Le due hanno fatto il grande passo di andare a vivere assieme e ora vivono tranquillamente il loro tradizionale rapporto butch/femme. Jamie però inizia a diventare ansiosa dopo aver scoperto che la sua fidanzata Jill ha avuto in passato delle esperienze di bondage/sado-maso (BDSM) e ora cerca di introdurre dei giochi BDSM nei loro rapporti intimi. Jame per mantenere piccante il lato sessuale del rapporto e per sentirsi all’altezza delle aspettative sessuali di Jill, ha la cattiva idea di proporle di frequentare assieme un club BDSM. In questo club, Jamie decide di usare lo pseudonimo di Sally. Essendo la butch della coppia, Jamie dà per scontato che spetti a lei il ruolo dominante e attivo, ma Jill non ha nessuna intenzione di essere sottomessa a Jamie, anche perché era stata dominante nelle sue passate esperienze BDSM. Assistiamo cosi ad un cambio di ruolo all’interno della relazione, dove Jill, la partner più femminile, lotta per la posizione dominante e vince, facendo scattare in Jamie insicurezza riguardo alla sua identità di butch.
Mentre Jamie ha i suoi problemi con il BDSM, il suo migliore amico, David, senza saperlo si ritrova coinvolto in una situazione di ‘poli-amore’, quando inizia a vedersi con lo stesso ragazzo che frequenta la sua amica Lola, Sebastian, un tipo molto sexy, bisessuale e poligamo. David e Lola entrano in competizione per chi deve andare a letto con Sebastian, poi lui propone ai suoi due amanti un rapporto intimo a tre. Entrambi accettano per sembrare disinibiti, ma ognuno spera che l’altro si tiri indietro per primo.
La regista ha dichiarato di avere avuto in passato delle esperienze BDSM. Il film oltre ad essere divertente ha il merito di trattare di un argomento tabù come il BDSM in modo realistico e senza dare giudizi morali. Con un fine quasi didattico, ci viene spiegato l’utilizzo dei vari toys e le varie pratiche (fustigazione, giochi col fuoco..). Il club, pur essendo arredato come una prigione sotterranea, non è descritto come un posto squallido, ma anzi vediamo che è anche fornito di una comoda ‘area snack’ dove le nostre eroine possono comodamente fare merenda con gallette e formaggio, mentre attorno a loro gli altri clienti si danno da fare. (MM)
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