Sorprendente debutto cinematografico della giovane Jennifer Reeder, definito dalle autrici, un melodramma mussulmano, ma anche gay, femminista, d’immigrati, ecc., sebbene nessuno di questi appellativi sia esaustivo. Quello che questo film ci trasmette, con serietà e senza stereotipi, ma anche con uno spirito gradevole e divertente, è soprattutto l’umanità, quell’umanità che va oltre qualsiasi differenza, di cultura, sesso od orientamento, rivelandoci la nostra vera natura ed essenza.
Il film ci racconta una toccante storia che si svolge alla periferia di Chicago, all’interno di una comunità di immigrati asiatici, dove Zaynab (l’attrice dichiarata Fawzia Mirza, anche co-sceneggiatrice), una lesbica velata, figlia di immigrati pakistani, guida un piccolo studio legale che tratta principalmente problematiche locali e d’immigrazione. Zaynab è accomodante, comprensiva verso i medici che importano il papavero per uso medicinale, e verso un ex professionista di wrestling che la paga con delle lezioni di wrestling private, altro segreto inconfessabile alla madre tradizionalista. Dopo la scomparsa del padre, Zaynab vive con la madre Parveen (Shabana Azmi) , una donna rimasta fedele alle tradizioni che desidera solamente vedere sistemata la figlia in un bel matrimonio (etero). Zaynab invece aspira segretamente ad una vita moderna, da lesbica dichiarata, come oggi può accadere nel mondo occidentale. Così trova qualsiasi scusa per rifiutare i vari pretendenti che la madre le procura. Dopo l’incontro casuale con la proprietaria di una libreria locale, Alma (Sari Sanchez, “Empire”), una donna messicana e lesbica dichiarata, la cui madre era la celebre campionessa di wrestling Luchador ‘Luna Pellegrossia’, per la prima volta nella sua vita, Zaynab vede la possibilità di realizzare il suo sogno: le due donne si amano e potrebbero iniziare una vera relazione, una storia di felicità. Contemporaneamente si avvicina anche la possibilità di un incontro di wrestling che potrebbe rivelarle tutta la sua potenzialità…
Fawzia Mirza, laureata in legge, dopo due anni come avvocato ha scelto di cambiare dedicandosi alla recitazione, ma su Twitter scrive: “Io sono lesbica, mussulmana, pakistana, attrice, militante LGBT, scrittrice, tutto per passione”. Come lesbica mussulmana s’impegna per “dare visibilità alle donne e alle storie queer”. Nello one-woman show “Me, My Mom and Sharmila” racconta la vita queer in Sud Asia e partecipa alla mini-serie “Her Story” sulla vita di donne trans e lesbiche.
Shabana Azmi, la madre, attrice veterana con alle spalle più di 140 film, dice: “Credo che l’arte e lo spettacolo debbano essere momenti per il cambiamento sociale, devono confrontarsi con i diritti delle donne, la povertà, la salute e l’HIV-Aids, film come Signature Move sono esemplari in questo senso”
La regista Jennifer Reeder dice: “Come in questo film, donne forti, di colore, attraversano culture e generazioni per ridefinire il volto delle nuove famiglie americane. Questo film è anche una storia di emancipazione, un viaggio verso la maturità, perché la maturità non finisce subito dopo gli anni dell’adolescenza, è un processo che dura tutta la vita. Sebbene le donne mussulmane siano dipinte come persone che devono essere salvate, qui nessuno deve essere salvato. Queste donne, come chiunque altro, stanno solo cercando di capire tutto… in questo caso con l’aiuto di un po’ di wrestling”.
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Salve,vorrei sapere se è possibile guardare i film con sottotitotoli, sono una ragazza nata sorda e abbiamo bisgono di vedere film con sottotitoli, aspetto una vostra risposta di conferma, grazie e distinti saluti. Buona giornata e che il vostro supporto duri per sempre, bellissimo sito. 🙂