Sesso in catene

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Sesso in catene

Lo scopo dichiarato del film è quello di lanciare una campagna a favore del diritto dei carcerati a poter incontrare nell’intimità le loro mogli. Quello che più sorprende in questo film è però la presenza di un personaggio apertamente omosessuale come Alfred, per niente stereotipato e completamente positivo, a differenza degli altri protagonisti, che pur essendo delle brave persone si lasciano trascinare dagli eventi e arrivano a tradire chi si fida di loro.
Alfred si dichiara a Franz in modo chiaro, disegnando durante la messa i loro due nomi dentro un cerchio sulla bibbia e mostrandola a Franz, che però imbarazzato non risponde. La notte stessa Alfred chiede a Franz perché prima avesse taciuto. Probabilmente gli dice anche che lo ama, ma pudicamente le didascalie non traducono i movimenti delle labbra. Poi una stretta di mano ci fa capire che da quel momento i due sono diventati amanti.
Dopo il carcere Alfred si presenta da Franz per incominciare una nuova vita insieme. Purtroppo però Franz è confuso, non ama più sua moglie, ma non è nemmeno in grado di riprendere, fuori dalla cella, la relazione con Alfred e lo caccia via in malo modo… sulla scheda la recensione completa (R.M.)

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[Contiene parte della storia]

Film muto del regista Wilhelm Dieterle (1893-1972), (che ad Hollywood cambierà il proprio nome in William), girato nella nativa Germania durante la Repubblica di Weimar (1919-1933), periodo di promettente libertà artistica tragicamente stroncato dall’avvento del Nazismo, in cui furono girati alcuni capolavori del cinema a tematica gay come ‘Diverso dagli altri’ (‘Anders als die Andern’) (1919) di Richard Oswald , MIKAËL (1924) di Carl Dreyer e ‘Ragazze in uniforme’ (Mädchen in Uniform) (1931) di Leontine Sagan .
Franz Sommer (interpretato dal regista stesso) e sua moglie Helene sono una giovane coppia sposata da poco. I due sarebbero completamente felici se Franz avesse un impiego stabile (siamo alla vigilia della Grande Depressione). Helene è costretta a trovarsi un lavoro come sigarettaia in un ristorante. Una sera però, per difendere Helene, Franz uccide accidentalmente un cliente che la stava importunando. Per questo viene condannato a tre anni di carcere.
Durante la carcerazione preventiva, Franz diventa amico di un industriale, Rudolf Steinau, ingiustamente accusato da un informatore di polizia. Presto rilasciato, Steinau promette a Franz di aiutare sua moglie mentre lui è rinchiuso. E infatti le trova un impiego nella sua ditta e la conforta. Inoltre Steinau decide di dedicarsi ad un progetto di riforma carceraria, che però non verrà preso in considerazione dalle autorità.
Franz in carcere non riesce a sopportare la mancanza della moglie e pur essendo eterosessuale è spinto dalla solitudine a ricambiare l’amore sincero di Alfred Marquis (Hans Heinrich von Twardowski attore gay dichiarato) suo nuovo compagno di cella.
Un altro compagno, spinto dal desiderio sessuale per la propria moglie, tenta il suicidio.
Intanto Helene, resa quasi pazza dalla mancanza del marito, una notte tenta di introdursi nella prigione e poi sconvolta si ritrova a cedere alle avances del suo datore di lavoro Steinau, che arriva poi a chiederle di divorziare da Franz e di sposarlo.
Quando finalmente Helene riesce ad avere un incontro da sola con il marito, Franz lascia di malavoglia la cella e i due coniugi si scoprono distanti e incapaci di parlare, ognuno divorato dal proprio senso di colpa.
Il giorno in cui Franz esce di prigione, Helen è li ad accoglierlo, ma appare subito chiaro che i due sono diventati degli estranei e il clima peggiora quando giungono a casa. Helene confessa la sua relazione con Steinau e subito dopo arriva alla porta del loro appartamento Alfred, con in mano un mazzo di fiori per Franz, svelando cosi ad Helene la vera ragione della freddezza del marito. Il finale, che non sveliamo, può essere giudicato ingenuo, come diverse altre trovate del film, ma di sicuro è in grado, ancora oggi, di strapparci almeno una lacrima di commozione.
Lo scopo dichiarato del film è quello di lanciare una campagna a favore del diritto dei carcerati a poter incontrare nell’intimità le loro mogli. I carcerati privati del diritto di amare perdono il senno e la stessa punizione è subita dalle mogli che, pur essendo innocenti, si ritrovano completamente sole e vittime del desiderio. La pena carceraria finisce così per avere come conseguenza accessoria la rovina di intere famiglie.

Quello che più sorprende in questo film è però la presenza di un personaggio apertamente omosessuale come Alfred, per niente stereotipato e completamente positivo, a differenza degli altri protagonisti, che pur essendo delle brave persone si lasciano trascinare dagli eventi e arrivano a tradire chi si fida di loro.
Alfred si dichiara a Franz in modo chiaro, disegnando durante la messa i loro due nomi dentro un cerchio sulla bibbia e mostrandola a Franz, che però imbarazzato non risponde. La notte stessa Alfred chiede a Franz perché prima avesse taciuto. Probabilmente gli dice anche che lo ama, ma pudicamente le didascalie non traducono i movimenti delle labbra. Poi una stretta di mano ci fa capire che da quel momento i due sono diventati amanti.
Dopo il carcere Alfred si presenta da Franz per incominciare una nuova vita insieme. Purtroppo però Franz è confuso, non ama più sua moglie, ma non è nemmeno in grado di riprendere, fuori dalla cella, la relazione con Alfred e lo caccia via in malo modo.

Nel film sono presenti altri due personaggi gay minori, questa volta negativi: un petulante compagno di cella che si diverte a dare fastidio a tutti e un amico che Alfred va a trovare appena uscito di prigione. Capiamo che anche l’amico è gay perché oltre ad essere effeminato, vive in una casa diroccata, dove la sua finestra è l’unica completamente decorata da splendidi fiori. Quando Alfred gli dice che il giorno dopo sarebbe uscito di prigione anche Franz, l’altro perfidamente risponde: “Se è ricco potresti spillargli un bel po’ di quattrini” provocando lo sdegno di Alfred . Si riferiva evidentemente al famigerato paragrafo 175, che puniva gli atti omosessuali, esponendo molta gente onesta al ricatto di personaggi senza scrupoli. (R.M.)

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