Opera prima di Carlos Ciurlizza, autore di alcuni premiati corti. Si è deciso a fare questo lungometraggio per aiutare la causa LGBT che nel suo Paese d’origine, il Perù, che non ha nessuna legge e nessuna protezione: “C’è molta omofobia, paura, rifiuto, non c’è nessuna legge che ci protegga”. In breve tempo ha studiato manuali di sceneggiatura e regia per poter realizzare film che lo coinvolgano personalmente. In effetti in questo suo debutto, Ciurlizza è sia regista che sceneggiatore che protagonista, e anche se ha detto che non è un film autobiografico, ha però sottolineato che si tratta di un film molto personale. Sebastian è un cuoco che è fuggito dal suo Paese, il Perù, molti anni prima per evitare alla madre, impegnata in ruoli pubblici (moglie del sindaco) lo scandalo della sua omosessualità. Ora vive a Los Angeles con suo marito Josh. Quando la madre Carmen si ammala, decide di ritornare al piccolo paese natale, dove l’omofobia è ancora un sentimento popolare. Qui rivede la sua ex fidanzata, Lucia, e scopre di avere avuto un figlio da lei, che ora ha nove anni. Quando improvvisamente arriva nel paese anche il suo compagno Josh, e vengono visti baciarsi e tenersi per mano, le cose non possono che precipitare… Il film affronta con notevole abilità tre tematiche importanti: l’omofobia, la genitorialità e la famiglia.
In una intervista (vedere sotto) Ciurlizza, che ha realizzato anche corti a tematica gay, ha detto che il Perù, un Paese molto cattolico dove la religione influenza anche la politica, a differenza di Brasile, Argentina, Cile e Messico, non ha alcuna legge sui diritti gay. Sul film dice che “in Perù è stato giudicato troppo gay mentre negli USA non è abbastanza gay. L’ultimo film peruviano a tema gay è stato “Undertow”, un capolavoro. Il regista Javier Fuentes-León ha detto che “Sebastian” è l’unico film degli ultimi anni a trattare l’argomento gay. Altri registi in Perù sono gay, ma essi non vogliono fare film gay. Il mio corto “Planet Rouge” raccontava una storia gay. Il mio futuro è solo di film a tema gay”. In Perù il film è stato accolto con un certo interesse: Isela Vega, una famosa regista e attrice, ha detto che “il film ci rende meno razzisti ed omofobi, è un colpo al cuore”. Presentato al Guadalajara Film Festival (FICG) con sette candidature.