Importantissimo film del Nuovo Cinema Tedesco, sia per la qualità artistica dell’opera che per il contenuto altamente sociale. Uscito negli anni della contestazione, ne riassume molto bene lo spirito e l’analisi critica verso il falso e crudele perbenismo quotidiano della comunità bigotta e tradizionalista di un villaggio bavarese. Uno dei primi film che affronta la problematica dell’omofobia e che ha come protagonista un omosessuale a cui va tutta la solidarietà e comprensione dello spettatore. La storia è ricavata da un dramma omonimo di Martin Sperr che è anche collaboratore alla sceneggiatura e interprete principale (Abram). Il film viene anche letto come un apologo sul “fascismo ordinario”, leggi ignoranza, intolleranza e discriminazione quotidiana delle masse popolari, concause della tragica esperienza nazista. Abram, un ex detenuto, lavora con lena e serietà in un villaggio bavarese, ma conduce una vita appartata e non partecipa alla vita della comunità. Omosessuale, è spesso insultato dai paesani, che non accettano la sua diversità (sia sessuale che caratteriale). Gli unici suoi amici sono la domestica del borgomastro, ritenuta di dubbia moralità sessuale (che vorrebbe obbligarlo a sposarla) e un ragazzo giudicato ritardato mentale (ma forse più intelligente di altri). Il clima persecutorio e la conseguente tensione porteranno a tragiche conseguenze…
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Un film tragicamente “vero” su una piccola realtà provinciale chiusa, ignorante e ingiusta. Per certi versi ancora attuale .
Anche se faticoso da guardare, il film ci racconta una scomoda realtà vissuta da un povero personaggio, tra le campagne tedesche e la forte ignoranza, momenti di vita di un omosessuale dichiarato in una Germania ultraconservatrice, dove la vera ed unica protagonista è “l’ignoranza”
Difficile non addormentarsi …