Il film racconta la vita straordinaria di Padre Mychal Judge, completamente dedicata all’aiuto dei bisognosi e degli emarginati. Era l’amato cappellano del Corpo dei Vigili del Fuoco di New York che accorse, subito dopo la tragedia dell’11/9, a bordo dell’autobotte n. 1 sulla 31° strada. Arrivato su un selciato coperto di macerie, vede il sindaco Rudolph Giuliani ma non si ferma perché deve andare a dare l’estrema unzione ad un pompiere gravemente ferito. Ed è lì che lui stesso trova la morte diventando per gli annali di Storia la vittima n. 00001 del più grave attacco mai avvenuto contro il territorio continentale degli Stati Uniti. Per tutta la vita aveva combattuto anche contro l’alcoolismo e non aveva nascosto, ai suoi superiori e alle persone più vicine, la sua omosessualità. “Holsten affida il ritratto di padre Mychal all’immagine del suo corpo oramai esanime, portato a braccio da altri pompieri fra le macerie, ma si tratta solo del momento di inizio del racconto a ritroso della vita di un uomo controcorrente che ha iniziato emancipandosi dalla dipendenza dall’alcol, ha vissuto alla luce del sole la propria omosessualità, ha scelto di stare in prima fila nel soccorso ai malati gravi di Aids come ai parenti delle vittime dei disastri aerei e quindi è diventato un’icona della sofferenza inferta agli uomini dal kamikaze, volto della violenza del XXI secolo.” (M. Molinari – La Stampa)
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