1794: La rivoluzione è giunta alla fase più sanguinaria del Terrore, e il Marchese de Sade finisce ancora una volta in prigione. Robespierre vede soltanto un nemico in questo grande aristocratico trasformatosi in un agitatore, libertino e ateo, autore dello shoccante “Justine”. É un Sade colto nella sua statura umana, negli interstizi del suo ergersi titanico contro le istituzioni e nelle interruzioni forzate alla sua libera energia. E’ il Sade che si può incontrare immergendosi nella lettura della sua corrispondenza, che a tratti ricorda i toni malinconici dei Tristia ovidiani piuttosto che i piaceri dell’immaginazione sfrenata del Sade “classico”. Da segnalare (unica scena altamente erotica) l’iniziazione amorosa dei due giovani oggetto del desiderio di Sade.
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