“Retablo” è la storia di Segundo Paucar, un ragazzo di 14 anni che vuole essere un chierichetto e che vive con i suoi genitori in un villaggio in alto sulle montagne del Perù, Ayacucho. Suo padre, Noé, è un artista rispettato e Segundo gli fa da modello. Con amorevole occhio per i dettagli Noé crea artistiche pale d’altare e introduce suo figlio a questo mestiere. Un giorno però sulla strada per la festa della comunità, Segundo vede accidentalmente suo padre in un atto che fa crollare tutto il suo mondo. In un ambiente conservatore e sciovinista come quello del villaggio, Segundo cercherà di convivere in silenzio con ciò che gli accade intorno, ma lo stretto rapporto con suo padre è per sempre incrinato. “Non sei felice di lavorare con lui?. Voglio vedere altre cose.”. “Ti perderai fuori di qui.”.
“Perché gli altri possono andare, ma io non posso?”· “Perché sei un artigiano e non un contadino.”

Il film guarda sempre più a fondo dietro la facciata, apparentemente intatta, di un villaggio in cui le regole patriarcali sono imposte con una forza implacabile, e ci offre una vista panoramica, con colori saturi, di un mondo nel quale un giovane artista fatica a trovare il suo posto.
Ha detto il regista:” Uno degli elementi che mi interessava esplorare era la questione dell’ereditarietà, del patrimonio culturale che passa di generazione in generazione e viene iniettato nella nostra pelle quasi senza che noi ce ne accorgiamo. In questo, non sappiamo più cosa è nostro e cosa ci viene da coloro che sono venuti prima. Un’altra domanda che mi sono fatto è come ci si sbarazza di questo fardello familiare con cui si nasce, se si può essere liberati o meno.” Presentato alla Berlinale 2018 e in concorso per il Teddy Award.