“Un’opera ben diretta, in equilibrio fluido tra un fortissimo potenziale drammatico ben controllato, una dimensione scientifica e chirurgica di grande precisione, e un orizzonte di interrogativi metafisici aperto alla libertà di ciascun spettatore. Un’opera che sulla carta si presentava come una sfida, visto che il racconto del trapianto di un cuore e di tutti i passaggi che implica poteva scadere facilmente nel melodramma e nel documentario medico. Tutti ostacoli che la cineasta supera con abilità e in perfetta sintonia con il proposito della storia, con le scene d’atmosfera (in particolare l’eccezionale apertura del film e le sequenze di surf che preludono a un incidente messo in scena in modo altrettanto brillante) e intimiste che si alternano felicemente con l’aspetto tecnico del circuito della donazione di un organo (in particolare le operazioni di prelievo e di trapianto dettagliate con un realismo impressionante). Raccontando tutte le tappe del viaggio del cuore di Simon (la rivelazione Gabin Verdet), giovane vittima di un grave incidente stradale e in stato di morte cerebrale, verso il corpo di Claire (la luminosa Anne Dorval), una cinquantenne che sopravvive grazie a un defibrillatore (in relazione con una pianista più giovane di lei), Réparer les vivants traccia il ritratto al contempo impressionista e profondo di diverse famiglie: quella del personale ospedaliero (tra gli interpreti, Tahar Rahim, Bouli Lanners, Monia Chokri, Dominique Blanc, Karim Leklou e Alice de Lencquesaing), quella di Simon (con Emmanuelle Seigner e Kool Shen nei panni difficili di genitori sotto choc per la morte del figlio e messi di fronte alla decisione delicata e urgente di consentire o meno la donazione degli organi) e quella di Claire (i suoi figli interpretati da Finnegan Oldfield e Théo Cholbi, e la sua ex amante da Alice Taglioni). Una miriade di personaggi che coesistono brillantemente grazie a una sceneggiatura sottile scritta dalla regista con Gilles Taurand che offre un turbinio di respiri intorno al nucleo della trama, questo cuore in attesa nel limbo, tra la vita e la morte, in una sorta di gara di fondo che dà vita a una catena di solidarietà umana oltre l’ultimo sonno.” (Fabien Lemercier, Cineuropa.org) – Presentato a Venezia 73 nel programma Orizzonti ed in gara per il 10mo Queer Lion.
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