Bloccata nella routine di tutti i giorni, una coppia decide insieme alla estrosa e ipersessuata governante (un travestito) di organizzare un’orgia nella propria casa. Per la notte, si attendono come ospiti la Cagna, la Stella, l’Adolescente e lo Stallone, tutti soprannomi dietro cui si celano persone che rispondono a quello stereotipo e con diversi problemi da raccontare. “È mezzanotte. Cuori solitari, in conflitto con se stessi o con la propria personalità pubblica, raggiungono una misteriosa casa hi-tech nel buio, per partecipare a un rito di lussuria e riconciliazione. Accolti da un maître sui generis, le anime si svestono delle loro disperazioni per ritrovarsi in un’orgia di mezzanotte, dove ogni confessione diventa storia fantastica. Un’occasione di ristoro dal dolore, nell’attesa di sapere se all’alba tutto sarà diverso. Già nel corto Land of my Dreams Yann Gonzalez ha definito uno stile personale, in cui la fiaba dialoga con la dimensione kitsch, mentre luci al neon illuminano uno sfondo rosso come il tendaggio impolverato di un vecchio cinema a luci rosse. Un umore tetro e tenero che attraversa come brezza aliena anche il suo esordio nel lungo, celebrazione del corpo ritrovato dopo essere stato privato della sua originalità, fino a diventare “ruolo”. Un magma di racconti nel racconto, flashback e parabole contemporanee dove il tardo Buñuel dialoga con il porno-soft, i Bava hanno vestiti radical-chic, Joe D’Amato e Jacques Rivette sono vicini di posto in sala e il fantasma di Florinda Bolkan ondeggia a ritmo di electro shoegaze. Del resto il tappeto sonoro, sintetico e decadente, è degli M83, band culto dove lo stesso Yann ha militato per anni, prima di scoprire il cinema come pulsione primigenia, tra le sagome fluorescenti di una Béatrice Dalle sadomaso, l’ologramma di Alain Delon nel corpo ambiguo del figlio Alain-Fabien e il pene elefantiaco di Eric Cantona.” (Alessandro Beretta, Vincenzo Rossini, MFF)
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