Trasposizione cinematografica dell’omonimo romanzo di Diderot, ambientato nel 1760, già portato sullo schermo da Jacques Rivette nel 1967, e allora censurato. Il film è stato presentato in concorso alla Berlinale 2013, sollevando qualche interesse, soprattutto per le bravissime protagoniste femminili, tra le quali una Isabelle Huppert sopra le righe nel ruolo di una madre superiora lesbica. Per questo suo ruolo la Huppert ha dichiarato: “il mio personaggio mette in evidenza i suoi sentimenti per le giovani ragazze del convento, allontanandola dalla “divinità” che doveva rappresentare. Non mi sono mai chiesta cosa avrei o non avrei dovuto fare, semplicemente facevo ciò che mi sentivo, e non c’era niente di scandaloso in questo, come non c’è niente di scandaloso nell’esprimere i propri sentimenti.” Il regista Guillaume Nicloux (L’eletto), a proposito della sua trasposizione dal libro di Diderot, ha detto: “Ho cercato di trovare la giusta prospettiva con cui tradurlo, di trasmettere le sue idee anticlericali ma soprattutto di andare al cuore del libro, di farne capire il suo essere senza tempo… Sono molto critico nel momento in cui la religione si impone sulla libertà di opinione e di espressione, perché ognuno deve essere libero di essere ciò che è.” La storia racconta le vicende di Suzanne Simonin (Pauline Etienne), terza figlia di una coppia borghese che per risparmiare sulla dote decide di mandare la più piccola in convento, sebbene questa non abbia alcuna vocazione religiosa. Al momento di prendere i voti Suzanne dice no e viene quindi rimandata a casa. A questo punto la madre (Martina Gedeck), si sente in dovere di rivelare alla figlia un segreto: lei non è la figlia di suo marito ma il frutto di un fuggevole incontro d’amore, fatto che non conosce nessuno, nemmeno il padre, da qui nasce il desiderio della madre di mandarla in convento per evitare un possibile scandalo oltre al fatto di proteggere la figlia da un mondo non sempre buono. Suzanne, distrutta da questa rivelazione, ritorna in convento e prende i voti. Qui però, dopo la morte dell’anziana Madame de Moni che l’aveva sempre protetta, viene vessata dai soprusi della nuova madre superiora, suor Cristine. Inizia quindi una battaglia per fare annullare i suoi voti, mentre viene lasciata a pane e acqua e addetta ai lavori più umilianti. In segreto scrive un diario che fa uscire dal convento dove denuncia i soprusi subiti. Suzanne viene allora trasferita in un’altro monastero dove trova un altro genere di insidie. La superiora Saint Eutrope (Isabelle Huppert) è segretamente lesbica ma non riesce a resistere al fascino della nuova arrivata, e finisce persino con l’infilarsi nel suo letto, sempre con le scuse di volerla consolare per il suo triste destino…
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Spero uscirà in Sicilia. Lo vedrei sicuramente, anche se non ho letto il romanzo di Diderot, ma mi piace molto l’attrice Isabelle Huppert