Bill Maher, comico molto noto della tv americana, interpreta se stesso, come agente del dubbio, in questo documentario-commedia, dove intervista, in giro per il mondo, una serie di devoti delle principali religioni monoteiste (cristiani, ebrei, mussulmani), cercando di scoprire le ragioni della loro fede. Il titolo del film è la contrazione delle parole “Religion” e “Ridiculous”. Citando le statistiche che riportano come il 16% della popolazione americana sia rigorosamente non-religiosa, Maher dichiara che questa è l’ultima grande minoranza non sfruttata del suo Paese e si propone come suo portavoce. Il viaggio-inchiesta di Maher inizia dalla sua famiglia, parlando coi propri figli e chiedendo alla propria madre come mai nella loro famiglia siano assenti i principi teologici… Le motivazioni che stanno all’origine di questo film non sono originate da una crisi di fede ma piuttosto da uno slancio di carattere “politico”. Come nel suo precedente film, Borat, Larry Charles, questa volta aiutato da Maher, vuole mettere in rilievo quello che, secondo lui, rappresenta la stupidità e la credulonità umana. La sua domanda iniziale “Come possono essere così stupidi?” è meno offensiva di quanto a prima vista possa sembrare, anche perché in tutto il film viene dato ampio spazio alle varie autorità religiose per potersi spiegare e difendere da questa illazione. Complessivamente il film è stato giudicato da molti non così penetrante e arguto come ci si aspettava, ma relativamente superficiale e poco approfondito. Bisognerebbe però ricordare che un film, anche se un documentario, non può essere un trattato di filosofia. Molte delle domande fatte ai religiosi riguardano il perché del loro atteggiamento ostile verso i gay e le lesbiche. Viene anche intervistato un ex gay (diventato etero per seguire le indicazioni della sua fede), che ha sposato una ex lesbica dalla quale ha avuto tre figli.
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Il film farà anche ridere, ma quello che il giornalista si illude di sapere con le sue domande svela solo ignoranza consensata allo stato puto, come quando sostiene che la storia di Gesù Cristo sia copiata dai miti di Horus, Krishna e Mithra. Simili idee ottocentesche, oggi riprese solo dalla pamphlettistica atea, girano solo in internet su siti opera di dilettanti perché non godono di alcun credito accademico.
Ottimo documentario, satira intelligente sul solito tema -la religione l’oppio dei popoli- (vero).