Il regista Stu Maddux aveva già fatto centro nel 2010 con il suo meritorio documentario ‘GEN SILENT’ , uno dei primi ad occuparsi dei problemi e delle discriminazioni che devono affrontare le persone anziane LGBT e dei pochi volontari LGBT che cercano di assisterle. Ora fa il bis con un nuovo documentario per altri versi meritorio e rivoluzionario, che pone l’accento sulla necessità di salvare, conservare, convertire in supporti duraturi e leggibili, promuovere la visione, di tutte quelle immagini, che nate come un passatempo privato nei decenni scorsi, ora sono diventate di diritto testimonianze della storia passata della nostra Comunità LGBT.
‘Reel in the Closet’ fornisce un inedito spaccato su quali sono state le vite degli individui LGBTQ a partire dagli anni 30’ del secolo scorso, attraverso la visione di filmati amatoriali salvati alla distruzione, perché raccolti e conservati da associazioni LGBT e non. Durante le ricerche per il suo documentario, il regista Stu Maddux ha collaborato con circa una dozzina di queste organizzazioni ( GLBT Historical Society, Latin LGBT History Project … e anche la Biblioteca del Congresso). La maggior parte del ricco materiale LGBT raccolto, non era stato visionato da anni e non era mai stato trasferito su supporti leggibili. Alcuni sostenitori del lavoro di Maddux hanno donato le attrezzature per convertire i video creandone nuove versioni HD.
Il film completa la visione del materiale storico, con interviste sia a persone che hanno girato quelle immagini, che a coloro che ora cercano di salvarle. I filmati comprendono tutto ciò che tradizionalmente è oggetto di video amatoriali: vacanze, feste, spettacolini in locali gay ora non più esistenti, gite con gli amici – oltre al alcune riprese di eventi pubblici girate da giornalisti o spettatori , come gay pride, manifestazioni di ACT UP, mostre di arte LGBT.
Questi filmini familiari, per il fatto di riguardare persone lgbt del passato, permettono a noi spettatori lgbt di oggi, di farci sentire come parte di una storia, mostrandoci come vivevano i nostri predecessori e come già in tempi remoti , essi cercassero di creare la propria felicità, nonostante gli ostacoli che dovevano affrontare nella vita di tutti i giorni. Le persone LGBTQ non hanno spesso ricevuto dalla storia passata esempi di vite felici al di fuori della cerchia delle classi privilegiate. Filmati come quelli mostrati in ‘ Reel in the Closet’ possono iniziare a colmare questa lacuna.
Maddux considera il suo documentario come un tassello di una attività collettiva più complessa “in-progress”. Il materiale viene continuamente aggiornato. Le proiezioni del film hanno anche lo scopo di servire ad incentivare nuove donazioni da parte dei protagonisti dei filmati, o dei loro parenti . Come ha detto il regista ” il materiale migliore è ancora da tutto scoprire, chiuso in armadi e in soffitte in attesa di essere buttato via dai familiari che o non sanno quello che hanno o, più spesso, non vogliono far sapere che la zia non era eterosessuale”. (MM)
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