Puoi baciare lo sposo

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Puoi baciare lo sposo

Ha riempito le cronache dei media il fatto che uno degli attori emergenti di cinema e fiction italiana, conosciuto soprattutto per il suo ruolo super-macho in “Gomorra, la serie” (ricordate la fine che fa fare al povero contabile gay?), Salvatore Esposito, sia diventato il protagonista gay di questo divertente film del regista Alessandro Genovesi (Tommaso, 2016, Ma che bella sorpresa, 2015, Soap Opera, 2014). La storia raccontata in questo film non è del tutto nuova, matrimonio gay con l’ingerenza delle rispettive famiglie, ma sicuramente ci regalerà diversi aggiornamenti. Il film s’ispira ad una commedia nusicale di Broadway “My big gay italian wedding”, scritta dall’italoamericano Anthony J. Wilkinson, mantenendo lo stile musical solo nel finale. Antonio (Cristiano Caccamo) ha finalmente trovato l’amore della sua vita, Paolo (Salvatore Esposito), con il quale convive felicemente a Berlino, dove sono entrambi aspiranti attori. Nell’entusiasmo di una tenera dichiarazione d’amore, Antonio chiede a Paolo di sposarlo ma ora viene il momento di affrontare le due famiglie. Decidono quindi di partire insieme per l’Italia, destinazione Civita di Bagnoregio (splendido borgo antico), dove vivono i genitori di Antonio: la madre Anna (Monica Guerritore) e il padre Roberto (Diego Abatantuono), Sindaco progressista del paese che ha fatto dell’accoglienza e dell’integrazione i punti di forza della sua politica. Ai due innamorati si uniscono, per un viaggio pieno di rivelazioni e sorprese, la loro bizzarra amica Benedetta (Diana Del Bufalo) e il nuovo coinquilino Donato (Dino Abbrescia). Anna accetta subito l’intenzione del figlio di unirsi civilmente a Paolo a patto che vengano rispettate tutte le tradizioni e alcune condizioni: alle nozze dovrà partecipare la futura suocera, bisognerà invitare tutto il paese, dell’organizzazione se ne dovrà occupare Enzo Miccio, wedding planner per eccellenza e i ragazzi dovranno essere uniti in matrimonio dal marito, con tanto di fascia tricolore… Il regista ha dichiarato di aver lottato molto per far accettare dalla produzione il ruolo di Paolo a Esposito: “Salvatore, da quell’attore di talento che è, avrebbe potuto trovare il giusto approccio al personaggio di Paolo, ed ero sicuro che avrebbe tirato fuori le sue doti comiche, anche perché un bravo attore ha tutte le corde. Abbiamo lavorato insieme sulla storia, coinvolgendo anche associazioni come quella di Francesca Vecchioni che difende i diritti delle persone lgbt, perché il rischio, soprattutto in commedia, è che scherzando si può diventare offensivi. E questo ovviamente non lo volevamo. Salvatore è stato bravissimo perché è andato totalmente in sottrazione, non ha mai un gesto vagamente effeminato ed è assolutamente credibile come fidanzato di Antonio”. Nel film abbiamo un chiaro omaggio al “Vizietto” con la storia di Donato (Dino Abbrescia), un tranviere pugliese, finito a Berlino dopo che la moglie e la figlia lo hanno trovato vestito da donna e praticamente cacciato di casa. Si è unito alla coppia di promessi sposi e alla loro migliore amica Benedetta (Diana del Bufalo) nella calata in Italia, e dal momento che la mamma di Paolo non ha nessuna intenzione di accompagnare il figlio all’altare si propone come mamma “en travesti”. “Con un tema così mi è venuto spontaneo pensare alle nostre grandi commedie del passato che hanno affrontato temi importanti come il divorzio, l’aborto – spiega Genovesi – ho voluto inserire anche le figure archetipiche della commedia di un tempo: il prete, il sindaco. Il personaggio di Donato era così già in scrittura, ma nella prova costume è veramente sbocciato e ha dato una patina comica a tutta la parte finale del film. Quarant’anni dopo quel film, nella nostra società c’è ancora molto da normalizzare, ci sono ancora tanti pregiudizi che vanno a intaccare la libertà delle persone. E questo film forse può aiutare a vincerli”.

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Questo film al box office

Settimana Posizione Incassi week end Media per sala
dal 15/03/2018 al 18/03/2018 9 261.992 1.119
dal 08/03/2018 al 11/03/2018 4 661.251 1.772
dal 01/03/2018 al 04/03/2018 3 952.307 2.580

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2 commenti

  1. Film di una pochezza immensa: zero sceneggiatura, zero regia, zero lavoro attoriale (per non parlare dell’incoerenza ideale dei personaggi e della loro massificazione stereotipata). Mi auguro che perlomeno abbia aiutato la causa lgbt, anche se la gente dovrebbe sapere che la realtà delle storie gay non è questa pantomima da Mulino Bianco. Il cinema italiano deve fare molto di più per risollevarsi e raggiungere i livelli del cinema internazionale.

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