The Private Lives of Pippa Lee

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The Private Lives of Pippa Lee

Pippa Lee è una donna nel fiore degli anni: cuoca eccellente, madre di due bambini e moglie del leggendario editore Herb Lee, di trent’anni più vecchio. Il loro rapporto di coppia procede a gonfie vele finchè non decidono di trasferirsi dalla lussuosa abitazione di New York a un paese nel Connecticut per trascorrere in tranquillità gli ultimi anni della loro vita. Ma a differenza del marito ottantenne, Pippa non è affatto entusiasta di questa prospettiva e ripensa con nostalgia agli anni in cui viveva in modo sregolato, tra evasioni sessuali e droghe. Così, invece di rinnegare il suo passato, Pippa decide di riprendere le vecchie abitudini, ricominciando a fumare e a interessarsi ad altri uomini… Nel film abbiamo la nostra amatissima Julianne Moore nel ruolo di una fotografa lesbica che ci regala uno dei momenti più belli di tutto il film.

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CRITICA

“L’epilogo del secondo film di Rebecca Miller, figlia di Arthur, può sembrare addirittura cinico. Ma è l’unico atto di rivolta di un’esistenza consacrata al benessere e al successo altrui. Il problema di ‘The Private Lives of Pippa Lee’ è semmai che somiglia troppo a quelle prese di coscienza femminili (o protofemministe) che andavano di moda 30-40 anni fa. Possibile che nel Connecticut dell’agiata intellighenzia newyorkese domini il più subdolo machismo? Segnata da una madre instabile e impasticcata, manipolata dagli amanti e da quel marito-padre-manager, la povera Pippa capisce che non ne può più di recitare la padrona di casa ideale quando scopre, grazie alle telecamere a circuito chiuso, che è lei ad alzarsi la notte per spazzolare tutti i dolci del frigo! Una scena comica che illustra una scissione drammatica. Ma è proprio il continuo alternarsi di toni (c’è anche il fulmineo suicidio della moglie precedente, Monica Bellucci, pochi minuti ma di grande efficacia) a rendere il film più brillante che convincente, malgrado tutte le sue guest star (Winona Ryder, Keanu Reeves, Julianne Moore, che come fotografa lesbica si aggiudica la scena migliore del film).” (Fabio Ferzetti, ‘Il Messaggero’)

“La vicenda ha l’aria di essere ispirata a persone che la Miller ha conosciuto. Lo spettatore che ne abbia conosciute di migliori, può semplicemente evitare il film.” (Maurizio Cabona, ‘Il Giornale’)

“‘Pippa Lee’ è un film di scrittura: ironia, battute, quel sapore salottiero appena ipocrita e noioso reso con umorismo assai divertito. Ma non è un film di sceneggiatura meccanica, le simmetrie che piacciono tanto adesso. Al contrario, c’è qualcosa di antico, di ribellione anni settanta nel personaggio di Pippa che ha rimosso il suo passato senza avere mai cancellato quella parte di se stessa davvero.(…) E’ un film strano e tenero, dolcemente irriverente il suo come è chi non si arrende. E da qualche parte continua a tenere orizzonti aperti.” (Cristina Piccino, ‘Il Manifesto’)

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