Varie
CRITICA
“L’epilogo del secondo film di Rebecca Miller, figlia di Arthur, può sembrare addirittura cinico. Ma è l’unico atto di rivolta di un’esistenza consacrata al benessere e al successo altrui. Il problema di ‘The Private Lives of Pippa Lee’ è semmai che somiglia troppo a quelle prese di coscienza femminili (o protofemministe) che andavano di moda 30-40 anni fa. Possibile che nel Connecticut dell’agiata intellighenzia newyorkese domini il più subdolo machismo? Segnata da una madre instabile e impasticcata, manipolata dagli amanti e da quel marito-padre-manager, la povera Pippa capisce che non ne può più di recitare la padrona di casa ideale quando scopre, grazie alle telecamere a circuito chiuso, che è lei ad alzarsi la notte per spazzolare tutti i dolci del frigo! Una scena comica che illustra una scissione drammatica. Ma è proprio il continuo alternarsi di toni (c’è anche il fulmineo suicidio della moglie precedente, Monica Bellucci, pochi minuti ma di grande efficacia) a rendere il film più brillante che convincente, malgrado tutte le sue guest star (Winona Ryder, Keanu Reeves, Julianne Moore, che come fotografa lesbica si aggiudica la scena migliore del film).” (Fabio Ferzetti, ‘Il Messaggero’)
“La vicenda ha l’aria di essere ispirata a persone che la Miller ha conosciuto. Lo spettatore che ne abbia conosciute di migliori, può semplicemente evitare il film.” (Maurizio Cabona, ‘Il Giornale’)
“‘Pippa Lee’ è un film di scrittura: ironia, battute, quel sapore salottiero appena ipocrita e noioso reso con umorismo assai divertito. Ma non è un film di sceneggiatura meccanica, le simmetrie che piacciono tanto adesso. Al contrario, c’è qualcosa di antico, di ribellione anni settanta nel personaggio di Pippa che ha rimosso il suo passato senza avere mai cancellato quella parte di se stessa davvero.(…) E’ un film strano e tenero, dolcemente irriverente il suo come è chi non si arrende. E da qualche parte continua a tenere orizzonti aperti.” (Cristina Piccino, ‘Il Manifesto’)
Uscirà in Italia?