Brian è un giovane scrittore in crisi d’ispirazione, vede il suo mondo affondare ogni giorno di più, è al limite di una depressione nervosa. E’ alla ricerca della sua identità, del suo centro di gravità, deve mettere insieme i vari pezzi della sua personalità. Il suo migliore amico Joe fa di tutto per aiutarlo e proteggerlo. Fino a quando arriva tra i due un inatteso ma dirompente momento di sessualità ed erotismo. Il loro rapporto cambia completamente. Ora deve combattere anche contro la paura e l’indifferenza della società (ben simboleggiata dalla struttura medica). Le sue domande ci ricordano il classico mito di Proteo e il tentativo di dare un significato all’universo… Film ambizioso, non facile, con pochissimo dialogo, con diversi livelli di lettura, più sperimentale che lineare, con scene lunghissime, vuole tradurre in immagini (spesso affascinanti) un dramma psicologico-esistenziale avvalendosi delle ottime performance di due bravi attori. Sorprendente opera prima del regista Alex Pacheco, che sicuramente non ha voluto fare un film per il grande pubblico. Tipico film che si ama alla follia (e si rivede volentieri) o si detesta tout court.
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