Dennis Cooper per molti è un mito, uno scrittore maledetto alla Bukowski, che negli anni Novanta in particolare ha incantato tanti lettori con romanzi come Ziggy o Frisk (portato sullo schermo da Todd Verow).
Cooper si è presentato al Togay con un film diretto assieme al giovane video artista Zac Farley: Permanent Green Light. Come è giusto aspettarsi da lui, il film è stranissimo.
Siamo in Francia, a Chebourg, in una periferia astratta. Protagonisti sono dei teenager che parlano con nonchalance di morte e di finalità della vita. Roman (Benjamin Sulpice) è rimasto con una gamba offesa dopo un incidente con la bici e ogni tanto ‘dà di matto’. Da allora, sogna di farsi esplodere con una cintura, desiderando che niente rimanga di lui, neanche un brandello, senza però che l’esplosione coinvolga altre persone. Parla del suo progetto ai suoi amici, volendo che assistano alla funzione, convincendoli della bellezza dell’atto, anche perché sente di avere il bisogno della loro approvazione per compiere quel gesto. Tanto fa che conosce una ragazza che possiede delle cinture esplosive (ma lei poi si suicida in altra maniera). Alla fine, Roman si fa esplodere davanti ai suoi amici.
Il film si ispira alla storia del giovane australiano Jale Bilardi che, nel 2014, si unì all’Isis e si fece esplodere ma solo per suicidarsi, non per fini politici. Scomodo e urticante (nonché un po’ macabro), è in linea con i romanzi di Cooper, impregnati di nichilismo, in cui Sade si mischia a Rimbaud. Siamo lontanissimi dai ragazzi di Larry Clark, impasticcati, con dietro delle famiglie problematiche e amanti del sesso, qui poco presente (c’è solo uno degli amici di Roman che vorrebbe far sesso con lui, magari anche a pagamento). Al contrario, qui c’è la morte, che non fa spavento, che sembra addirittura bella, offrendo ciò che la vita non riesce a dare.
Chi pensa di essere interessato, non se lo perda (se riesce a trovarlo da qualche parte…). Gli altri ne stiano lontani. Prendere o lasciare, è così. (Vincenzo Patanè)
“L’artista visivo Zac Farley e il romanziere americano Dennis Cooper hanno presentato nella sezione Bright Future del Festival di Rotterdam il loro primo film diretto a quattro mani. Macabro e scomodo, Permanent Green Light [+] ha tutti i luoghi comuni della prosa, la poesia e i romanzi creati interamente con GIF dallo scrittore nato in California. Stavolta, i protagonisti di questa storia sono adolescenti ossessionati dalla pianificazione, la spiegazione e la giustificazione di quello che sarà il loro suicidio perfetto. Come segnalato da Cooper nel suo blog personale, Permanent Green Light è ispirato agli ultimi giorni di un giovane australiano chiamato Jale Bilardi che si unì all’ISIS nel 2014. Apparentemente, Bilardi fallì la sua missione terroristica inciampando e morendo esploso senza causare nessun’altra vittima. Cooper e Farley sostengono che il ragazzo non si unì al gruppo terrorista jihadista per questioni ideologiche. La teoria che condividono i registi è che Bilardi non volesse uccidere nessuno, bensì aver accesso agli esplosivi per potersi suicidare come desiderava. Va notato che Permanent Green Light non è un biopic di Bilardi. Tuttavia, il film denuncia la consueta associazione di tipo culturale tra terrorsimo e qualsiasi suicidio commesso mediante la detonazione di una bomba. Per i cineasti questo è un grave errore poiché, come è stato dimostrato, la maggior parte delle vittime che l’hanno eseguito ha agito senza tener conto di fattori ideologici o religiosi. Così, giorno dopo giorno, il protagonista di Permanent Green Light alimenta la sua depressione cercando informazioni su Internet per farsi esplodere in pubblico senza ferire nessuno. A differenza di Bilardi, Roman (Benjamin Sulpice) non si arruolerà nel Daesh. Piuttosto, prenderà contatto con altri minorenni di Cherbourg per creare una comunità suicida di matrice non terroristica. Permanent Green Light fa centro nell’esternare il complesso mondo interiore del minore. Mano a mano che il film avanza, Farley e Cooper sostituiscono la presunta immagine del mostro psicopatico che ci eravamo creati con quella di un ragazzo debole che ha bisogno dell’approvazione dei suoi amici per togliersi la vita di fronte a loro. In questo modo, Roman non potrà farsi esplodere fino a quando i suoi compagni non capiranno la bellezza di quell’azione.
Questo film con tinte hanekiane è un’ode notevole al nichilismo adolescenziale, che dialoga con Nocturama [+] di Bertrand Bonello per il suo invito a dimenticare l’onnipresenza del terrorismo nelle nostre vite.” (Carlota Moseguì, Cineuropa.org)
Condividi