Uno dei migliori film italiani dell’ultima stagione, con un finale a sorpresa assolutamente originale e illuminante,, anche se fondamentalmente amaro. Merito di un’ottima sceneggiatura corale che ha già opzionato il film per un remake in cinque Paesi, e di splendide interpretazioni, dove ognuno sembra dare il meglio di se stesso. Si parla anche di una trasposizione teatrale. Una lode particolare va a Giuseppe Battiston (perfetto nel difficile ruolo) e Marco Giallini, Valerio Mastrandea, Alba Rohrwacher, tutti al loro debutto nella commedia. Per una cena in comune si ritrovano all’interno di un elegante appartamento ai Parioli (con ampio terrazzo da cui è possibile vedere l’eclissi lunare in corso),un gruppo di abituali amici composto da Peppe (Giuseppe Battiston), un professore di ginnastica sovrappeso da poco licenziato, l’unico che si presenta da solo inn quanto la fidanzata è ammalata; Lele (Valerio Mastandrea), un funzionario che lavora in un ufficio legale di una grande azienda privata; Carlotta (Anna Foglietta), una mamma in servizio permanente affettivo; Cosimo (Edoardo Leo), un tassista irrisolto, e la sua neo sposa Bianca (Alba Rohrwacher) di professione veterinaria. Abbiamo inoltre Eva (Kasia Smutniak), una psicologa da anni sposata con un chirurgo plastico, Rocco (Marco Giallini), e in perenne conflitto con la figlia adolescente (l’esordiente Benedetta Porcaroli), che ha la brillante idea, nel bel mezzo della cena, di far mettere a ciascuno il proprio cellulare sul tavolo, permettendo a tutti di leggere gli sms in arrivo e ascoltare le telefonate in viva voce. Siccome sono tutti amici che dicono di non avere segreti tra loro dovrebbe essere la cosa più innocente e tranquilla del mondo. Ma la realtà è assai diversa: nel giro di un’ora assisteremo ad un gioco al masscro dove crollano certezze, nascono dubbi, aumentano le paure, le frustrazioni, i pregiudizi e gli imbarazzi. Tutti ne sono coinvolti, perchè ognuno nasconde un segreto che una volta scoperto trasforma tutti in ‘perfetti sconosciuti’, e nulla potrà più essere come prima. Il regista Genovese ha spiegato che “con Perfetti sconosciuti si vuole raccontare come, a volte, le persone che ci stanno vicine non le conosciamo fino in fondo e come, a volte, basterebbe sbirciare in un cellulare per riuscire a tirare fuori cose non si vogliono o non si possono dire, aspetti inediti delle persone”. Nel film (attenzione a spoiler in arrivo) non poteva mancare la storia di un omosessuale, che come spesso accade nella realtà, si sente costretto a nascondersi, a nascondere la sua sessualità e conseguentemente le sue vere storie amorose. Molto interessante il discorso e le spiegazioni che vengono date sulle conseguenze di un coming out nell’Italia contemporanea ancora piena di paure e pregiudizi. Una commedia che, come ha spiegato bene Genovese, “non è solo riso ma anche dramma, perchè la commedia è un genere complesso che troppo spesso rischia di essere confuso con quello comico”. Potremmo definirla, almeno per questo film, un ottimo esempio di divertimento intelligente.
Effettua il login o registrati
Per poter completare l'azione devi essere un utente registrato.
Molto carino!! Voto 8