Puro trip cinematografico, suggestivo e sconnesso, sugli influssi della droga nel processo creativo e l’intercambiabilità letteraria tra finzione e realtà, scienza e fantascienza, spionaggio e paranoia. Ricco di riferimenti all’omosessualità (gli alieni dell’Interzona secernono droga lattiginosa dalle protuberanze cerebrali, i mostri striscianti hanno sessi ibridi), è anche una riflessione sulla sessuofobia e la pericolosità dell’imposizione di regole limitanti la libertà sessuale. L’alleniana Judy Davis interpreta il doppio ruolo della moglie del protagonista e dell’ambigua Joan Frost, coniuge dello scrittore Tom Frost (alias Paul Bowles). (R.Schinardi)
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Appena visto! Devo dire che pur nella sua linearità è una trama contorta. Le tematiche sono efficaci come l’ambientazione surreale/orrorifica. Secondo me il film dovrebbe essere catalogato con riferimenti Q dato che vi è una svolta anche lesbica; o con due GG per i vari risvolti, situazioni e personaggi omosessuali.