Durante la ricerca di un condominio per il padre a Berlino, Nick incontra un giovane fotografo di nome Phillip, col quale fa subito amicizia. Tramite Phillip, Nick fa la conoscenza di Lilli, un’aspirante attrice. I tre, quasi senza rendersene conto diventano sempre più amici ed intimi, creandosi un mondo tutto loro, dove la realtà esterna diventa sempre meno importante. Phillip e Lilli sono ammagliati e catturati dal fascino del carismatico Nick, e si ritrovano ogni giorno di più coinvolti in un mondo di passione e lussuria, senza curarsi del mondo esterno che ormai non ha più nessuna importanza per loro. Devono ancora rendersi conto che si stanno facendo intrappolare nell’insidiosa trama di un romantico killer…
Il regista ha dichiarato di essersi ispirato ad Oscar Wilde, a Jean Genet e anche a Patricia Highsmith, e che le storie d’amore e omicidio lo hanno sempre interessato. Nel film ha messo anche qualcosa della sua storia personale. Ha anche detto di “essere stanco di vedere solo film gay o lesbici fatti apposta per gay o lesbiche, io preferisco parlare di film queer, come alcuni titoli prodotti fino a “My Beatiful Launderette”.
Per questo ho voluto raccontare una storia gay fra personaggi che non sono apertamente dichiarati, mescolando elementi gay ed etero nei protagonisti maschili, ma anche in quello femminile, rischiando di non essere politicamente corrente e dannoso. Ho rischiato il kitsch attribuendo codici gay a persone etero e viceversa, come si può vedere nella scena della lotta con l’asciugamano bagnato negli spogliatoi, ma anche in molti altri momenti del film. Ho voluto creare un film horror che sia anche un film sentimentale, con una forte storia d’amore. Penso di aver così fatto un film molto più queer di tanti altri che mostrano scene di sesso tra due uomini o due donne”. Il film è un rimontaggio di un’opera del 2011.
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