L’artista gay travestito Ricardo è frastornato e depresso dall’inaspettato suicidio del partner, si sente come privato della linfa vitale. Un tentativo fallito di suicidio riporta nella sua vita Maria, la sorella da tanto tempo dimenticata. Dopo il ricovero, Maria invita Ricardo ad andare a vivere con lei e il figlio Vasco, che lui non ha mai visto, un ragazzo che vive con molta fantasia e brillantezza la sua condizione di affetto dalla sindrome di Down. Nella periferia di Lisbona Ricardo e Vasco iniziano una impensabile amicizia, nutrita dalla passione che entrambi hanno per il teatro. Ma il ritorno a casa di Ricardo implica anche che deve confrontarsi con la sua ex fidanzata Luisa e il di lei padre…
Il regista dichiara che “l’omosessualità e la sindrome di Down sono ancora oggi stigmatizzati e messi ai margini dell’umanità. La mentalità contemporanea conduce spesso all’esclusione. Ho voluto fare questo film per dimostrare la normalità di queste persone chiamate “anormali” confrontandole proprio con i cosiddetti “normali” che si rivelano invece molto spesso più “anormali” proprio a causa della loro incomprensione”. Un controllato e sobrio melodramma che evita molte delle trappole in cui avrebbe potuto cadere ma che termina con un deludente evasivo finale.
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