Nella “sua operetta”, così il regista (diplomato alla Bottega di Gasmann) l’ha definita, Micaela è Miki una giovane ladra, impulsiva e inguaribilmente romantica che pur essendo una ragazza onesta e di indole buona è costretta, per aiutare la sorella Mina (Francesca Antonelli), assediata dai creditori, a stringere un patto con Elena (Anna Falchi) una donna bella quanto calcolatrice che volendosi separare dal marito Arturo (Giulio Base), un importante uomo d’affari, cerca di spingerlo nelle braccia di un’altra donna in maniera da procurarsi le prove per vincere la causa di divorzio. Miki si lascia convincere spinta dalla necessità, ma entrando nella casa la ragazza stringe una solida amicizia con il maggiordomo Jones (Renzo Rinaldi), un omosessuale dal forte humor e pieno di umanità che sta vicino alla ragazza durante il suo tentativo di seduzione nei confronti di Arturo che, però, intuisce il piano e la caccia via. In realtà, Jones dietro questo gioco pericoloso intuisce una forte verità: tra Miki e Arturo può nascere un sentimento vero, forte tale da andare oltre gli intrighi e la guerra serrata di Elena gelida, arrivista e ormai accecata dal denaro. Ed è proprio Jones il personaggio centrale di questa commedia divertente, dai toni leggeri, delicati ricorrenti in tutta la trama e utilizzati anche nell’affrontare il tema dell’omosessualità in modo non banale e nella migliore tradizione narrativa sui passi dell’indimenticabile “Victor Victoria”. Jones convince Miki a ritornare nella casa travestita da uomo e, a sorpresa, l’affarista scopre di nutrire un forte sentimento nei confronti del nuovo cameriere. Arturo confuso ne parla con Jones. Nel frattempo scopre casualmente che Miki è una donna sciogliendo i paradossi che in un susseguirsi di situazioni si erano creati. Ma quando, finalmente, sono liberi di amarsi…. (Teresa Manuela Plati, Film.it)
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