In un bar dove tutti sono nudi [perizoma], Viva parla a ruota libera delle sue fallimentari esperienze di modella e dei preti che le saltavano adosso quando era piccola. Con gli altri avventori si parla di contestazione, guerra del Vietnam e fine dell’era hippie. La macchina da presa di Warhol registra impassibile il narcisismo e il flusso di coscienza degli attori, abolendo ogni differenza tra vita reale e messinscena, e limita il suo intervento a qualche gioco di montaggio. “Ti annoi?”, chiede Viva dopo mezz’ora. “Mi piace ascoltare dei brani. Credo che il mio inconscio sia sempre in ascolto” risponde Mead. Anche i film di Warhol vanno visti distrattamente, e a distanza di tanti anni sembrano reportage involontari sulla fine di un’epoca e dei suoi sogni. Il titolo è un omaggio al “Pasto nudo” di Burroughs. Uscito doppiato per la Raro Video. (Paolo Mereghetti)
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