Ricavato dai “Ragazzi di vita” di Pasolini, che fa anche la sceneggiatura del film, ci restituisce però un mondo di emarginazione assai edulcorato, quasi raffinato, patinato, con un erotismo delicato e un po’ picaresco.
Inseriamo questo film perché contiene una scena di quasi dieci minuti dove i tre protagonisti, ad un certo punto della storia, vengono rimorchiati da tre ragazzi ricchi che se li portano in casa. I discorsi che fanno e la stessa situazione (anche il fatto che pretendano dei soldi) rimane incomprensibile senza la spegazione di un’avventura “particolare”. Ma occorre dire che il film fu massacrato dalla censura, soprattutto nella parte centrale qui richiamata, essendo chiaro che in quegli anni non era permesso mostrare apertamente la diversità sessuale.
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