Metà anni Settanta : un celebre e scandaloso poeta e regista (Cavicchioli), arrogante, affamato di sesso, esteta un po’ ridicolo (fa ascoltare Satie alle marchette), solo, megalomane, infuriato per gli attacchi dei giornali, è alle prese con un cinico scrittorello (Crivello), che si finge suo fan ed è disposto a tutto pur di farsi pubblicare, e con gli amati ragazzi di vita, che casualmente diventano suoi carnefici. Una ricostruzione immaginaria dell’ultimo Pasolini, visto come profeta rancoroso e contraddittorio che vive il sesso come sopraffazione. Una visione troppo particolare e difficile da condividere, al limite della volgarità.
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suggestivo, tutti dovrebbero provare l’esperienza di essere sodomizzati dal proprio “maestro”
Secondo il mio modesto punto di vista il film, anche se al limite della volgarita’ mostra in tutta la sua intierezza la parte finale della vita,purtroppo breve, del grande Pasolini.
Ottime le interpretazioni principali, sono rimasto colpito dall’attrice che interpreta la madre di Pasolini.
Il film di Grimaldi è interessante x almeno 2 buone ragioni: la descrizione molto personale di Pasolini uomo negli ultimi anni della sua vita, e il giudizio sugli ultimi film ritenuti opere meno interessanti, fatte x fare soldi; ‘idea già sentita e condivisa da altri.
Questo film ha il pregio di intaccare il mito di Pasolini, anche se può non piacere ed essere in alcuni momenti al limite del fastidio.