Much Loved

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Much Loved

Il film, ha dichiarato il regista Nabil Ayouch, è il risultato di un lavoro d’indagine e interviste durato quasi due anni. Ayouch, d’origini marocchine e tunisine, ha affrontato nei suoi film precedenti, la vita dei ragazzi di strada in Marocco (Ali Zaoua prince de la rue) e la condanna dell’estremismo islamista (Les Chevaux de dieu). Con questo film ci racconta la vita di quattro prostitute, interpretate da Loubna Abidar (Noha), Asmaa Lazrak (Randa), Halima Karaouane (Soukaina) e Sara Elmhamdi Elalaoui (Hlima), che vivono insieme e lavorano sulle strade di Marrakech. Sono l’oggetto del desiderio di alcuni ma anche del disprezzo di altri. Guadagnano molti soldi, al ritmo di piacere e umiliazioni. Sopportano tutto, ma nel loro intimo si sentono le regine del loro regno, sono piene di luce, gioia e dignità. Riescono sempre a mantenere vivi i loro sogni ed il loro spirito. Si sentono al di sopra della società marocchina che le usa e le condanna nello stesso tempo. Nel film le vediamo al lavoro, nei vari giochi del corpo coi clienti, ma anche nella loro vita privata, una specie di grande famiglia, piene di attenzioni l’una verso l’altra, spesso preoccupate dei rapporti coi loro parenti. Il regista si è detto felicissimo di essere stato selezionato per Cannes, alla Quinzaine des Réalisateurs, una sezione “cinefila, prestigiosa ed esigente”.

Questo film al box office

Settimana Posizione Incassi week end Media per sala
dal 15/10/2015 al 18/10/2015 18 41.281 1.290
dal 8/10/2015 al 11/10/2015 17 56.177 2.006

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Marrakech aujourd’hui. Noha, Randa, Soukaina, Hlima et les autres vivent d’amours tarifés. Ce sont des putes, des objets de désir. Les chairs se montrent, les corps s’exhibent et s’excitent, l’argent circule aux rythmes des plaisirs et des humiliations subies. Mais joyeuses et complices, dignes et émancipées dans leur royaume de femmes, elles surmontent la violence d’une société marocaine qui les utilise tout en les condamnant.

CRITICA:

Speriamo che in un mercato ormai ostaggio dei cartoon (42 milioni divisi tra Minions e Inside out ) si trovi un pubblico che apprezzi un film bello, teneramente violento e coraggioso come Much Loved del 46enne franco marocchino Nabil Ayouch, amato ai festival ma proibito in patria perché giudicato offensivo per le donne, mentre se mai è il contrario.
Le offese sono al maschilismo dorato, ricco e cafone dei sauditi che organizzano cene eleganti, orge, festini a Marrakech, capitale di prostituzione per vip. Il film sceglie alcune prostitute consapevoli che si vendono per mantenere famiglie disastrate e racconta le «giornate di Sodoma», la mercificazione, delle donne (e un transgender) nel regime «moderno» del re Mohammed VI.
Liti, miserie, tenerezze, illusioni perdute e ritrovate in quella complicità che le salva con un messaggio nella bottiglia per il futuro. Non sono Adua e le compagne , via il melò: son donne emancipate che lottano contro l’antico destino di umiliate-offese, ironizzano sull’ ars amandi saudita, derubano i loro nababbi, uno è perfino mezzo gay e la polizia si corrompe facile.
L’opera da tre soldi , come Jenny delle Spelonche: tutta vele e cannoni queste donne lasceranno un giorno la città. Vissuto da stupende, eccezionali dilettanti (meno Loubna Abidar), Much Loved mostra come subire il potere ma con curiosità erotiche, impastando tutto con sensualità vintage che odora di profumi, rossetti, borotalco: ma cantando in riva al mare si riesce a credere che domani sia un altro giorno. (M. Porro, Corsera – voto 8/10)

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